Un percorso avviato più di dieci
anni fa che ha portato nel 2021 ad avere il 70% delle principali
materie prime coltivate in modo sostenibile, il grano duro e
tenero, la segale, il basilico, il pomodoro, il cacao e olii
vegetali. E' uno dei risultati raggiunti da Barilla che ha
pubblicato sul proprio sito, Barillagroup.com, il Bilancio di
Sostenibilità. Anche il 2021 è stato un anno chiave per
l'azienda di Parma per lo sviluppo di progetti di agricoltura
sostenibile. Il totale delle materie prime strategiche
acquistate responsabilmente è pari al 70%, con una crescita
dell'11% che fa seguito al +19% del 2020. Sono 10 mila le
aziende coinvolte, che garantiscono a Barilla la qualità delle
materie prime acquistate e agli agricoltori di pianificare il
lavoro con maggior sicurezza. Ai tre disciplinari per la
coltivazione sostenibile del grano duro e del grano tenero, si
aggiunge nel 2021 la Carta del Basilico, che garantisce
sostenibilità sociale e ambientale, per una filiera italiana e
certificata.
Come il basilico, anche il pomodoro viene coltivato, laddove
possibile, vicino agli stabilimenti di produzione, per ridurre
al minimo il tempo tra la raccolta e la lavorazione del
prodotto. Il sostegno all'agricoltura locale tocca anche la
pasta, di cui Barilla è leader mondiale nelle vendite. Il 90%
del grano duro viene acquistato dal mercato locale e il 47%
mediante contratti di coltivazione. Con l'obiettivo di offrire
un cibo sempre migliore sul profilo nutrizionale, dal 2010
Barilla ha realizzato 488 riformulazioni nutrizionali, riducendo
il contenuto di grassi, grassi saturi, sale e zucchero o
incrementando il contenuto di fibre. L'azienda, palm oil-free
dal 2016, lo scorso anno ha immesso sul mercato 55 nuovi
prodotti senza zuccheri aggiunti, ricchi di fibra, integrali, a
base di legumi o monoporzionati.
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