Secondo i giudici "il punto di equilibrio tra le opposte esigenze sembra potersi individuare nelle misure fitosanitarie alternative che la stessa Regione Puglia ha riconosciuto potersi praticare in relazione agli ulivi monumentali, i quali godono di speciale tutela". Tra l'altro il Tar evidenzia che "sussiste senz'altro il pericolo di un pregiudizio grave e irreparabile che deriva dalla drasticità della misura di abbattimento contestata", ritenendo però che "la concessione della tutela cautelare deve essere subordinata all'attuazione concreta delle misure alternative all'abbattimento". Per alcune delle piante oggetto dei ricorsi, i giudici sostengono anche che "la predisposizione del cosiddetto incappucciamento dell'albero di ulivo infetto, così come attuata dai ricorrenti, appare misura insufficiente per prevenire il pericolo di diffusione della Xylella fastidiosa, anche in considerazione dell'avvio della stagione estiva che predispone ad un maggior contagio". Quindi entro il 30 giugno i proprietari degli ulivi infetti dovranno "procedere alla capitozzatura delle branche principali, all'innesto di cultivar resistenti e al monitoraggio del vettore", senza però eradicarli. La questione sarà trattata nel merito all'udienza del 15 dicembre prossimo.
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