E' il cereale più consumato al mondo, ricorda la Coldiretti, oggetto di una guerra commerciale con l'inizio della pandemia, tra accaparramenti, controlli sui raccolti e limiti alle esportazioni da parte dei principali paesi produttori. I numeri parlano chiaro: l'Italia è il primo produttore in Ue con 228 mila ettari coltivati (+4% quest'anno) e 4 mila aziende che raccolgono 1,5 milione di tonnellate di risone, con 200 varietà tra le migliori del mondo. Si va dal Carnaroli, il "re dei risi", all'Arborio al Vialone Nano, primo riso Igp, passando per il Roma e il Baldo.
A preoccupare però, denuncia la Coldiretti, è l'invasioni degli arrivi di prodotto dall'Asia, che ha saturato il mercato, facendo concorrenza sleale ai coltivatori italiani. Lo dimostra il caso del Myanmar (ex Birmania) che nel 2020 ha aumentato del 44% le esportazioni di riso di varietà Japonica in Italia e continua a godere delle esenzioni tariffarie che erano state, invece, sospese per la varietà Indica. In aumento del 17% anche le importazioni dal Vietnam, destinate ad aumentare ancora per l'entrata in vigore nell'agosto scorso dell'accordo di libero scambio con la Ue che comporta l'ingresso a dazio zero di 80 mila tonnellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico.
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