- In Italia nelle aree dove resistono sistemi di agricoltura non intensiva si registra una minore incidenza del Covid-19 rispetto alle aree ad agricoltura intensiva: 32 casi ogni 100 km2 rispetto ai 94 ogni 100 km2 registrati nelle Zone agricole periurbane e ad agricoltura intensiva, con un parametro nel Territorio nazionale che indica 47 casi per 100 km2.
Emerge da uno studio condotto dal laboratorio Cultlab della Scuola di Agraria dell'Università di Firenze in collaborazione con la segreteria scientifica dell'Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale. Lo studio mette in relazione il numero di casi di Coronavirus registrati sul territorio nazionale dalla Protezione Civile (dati del 9 aprile 2020) e i modelli di agricoltura presenti nelle varie zone del Paese.
"La nostra è una fotografia - spiega all'ANSA il professor Mauro Agnoletti, coordinatore del progetto e responsabile scientifico del programma della Fao per la tutela dei Paesaggi agricoli di rilevanza mondiale -, la spiegazione del perché può solo proporre ipotesi legate ai meccanismi del contagio amplificati dalla concentrazione di attività agricole intensive, agroindustriali, aree urbane e industria tradizionale in aree di superficie limitata insieme alla maggiore densità di popolazione".
"Un'incidenza confermata anche dai dati demografici - sottolinea Agnoletti - : 26 casi ogni 10.000 abitanti nelle aree ad agricoltura intensiva rispetto ai 20 casi ogni 10.000 abitanti delle aree ad agricoltura non intensiva."
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