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Qu Dongyu rieletto tra le polemiche al vertice della Fao

Qu Dongyu rieletto tra le polemiche al vertice della Fao

Per secondo mandato, unico candidato. Le accuse della tv tedesca

03 luglio 2023, 15:08

di Manuela Correra

ANSACheck

Qu Dongyu rieletto direttore generale della Fao - RIPRODUZIONE RISERVATA

Qu Dongyu rieletto direttore generale della Fao - RIPRODUZIONE RISERVATA
Qu Dongyu rieletto direttore generale della Fao - RIPRODUZIONE RISERVATA

Con una maggioranza schiacciante e solo 14 voti contrari, il cinese Qu Dongyu è stato rieletto direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) per un secondo mandato. Unico candidato all'elezione, la sua conferma era data da molti per scontata e non è stata scevra da polemiche, innescate da una recente inchiesta della tv pubblica tedesca Ard secondo cui Qu avrebbe "strumentalizzato" la Fao "a vantaggio di Pechino".

Nel ballottaggio dei paesi membri della Fao, Qu ha ricevuto un totale di 168 voti su 182 depositati. Nominato dalla Cina, è stato l'unico candidato alla posizione di vertice nelle elezioni di oggi, secondo giorno della Conferenza dell'organizzazione in corso dall'1 al 7 luglio a Roma. L'Europa e gli Stati Uniti non hanno infatti presentato alcun candidato. Il suo nuovo mandato durerà dal 1 agosto 2023 al 31 luglio 2027. Da quando è stato eletto direttore generale per la prima volta nel 2019, sottolinea la Fao, "Qu ha sostenuto un'ampia gamma di riforme e iniziative per rivedere il modello di business dell'organizzazione, migliorare l'efficienza e implementare le migliori pratiche a supporto dell'efficacia del programma e dell'amministrazione".

A Qu Dongyu si devono inoltre la nascita del World Food Forum (Wff) nel 2021, che ha mirato a nuove partnership e opportunità di investimento per trasformare i sistemi agroalimentari, e l'iniziativa Hand-in-Hand che sostiene l'attuazione di programmi guidati a livello nazionale per accelerare le trasformazioni dei sistemi agroalimentari. Il Wff, sottolinea la Fao, "continuerà ad ampliare la sua portata nel 2023 e stabilirà un chiaro collegamento con il tema dell'azione per il clima", mentre già si pensa agli eventi globali in programma ad ottobre che comprenderanno, afferma l'organizzazione, "tre pilastri": il Global Youth Forum, il Fao Hand-in-Hand Forum e il Forum Scienza e Innovazione Fao.

Congratulazioni arrivano dal governo italiano attraverso il ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida: "A nome del governo - ha affermato - desidero esprimere le più vive congratulazioni a Qu Dongyu per la sua rielezione e augurare buon lavoro per un proficuo secondo mandato. La sicurezza alimentare è un obiettivo comune, che richiede un crescente sforzo collettivo e nel quale questa organizzazione ha un ruolo chiave".

La Fao, ha sottolineato Lollobrigida, "dovrà essere sempre più efficiente, trasparente e capace di guadagnare la fiducia delle istituzioni per essere all'altezza delle sfide future. Sono certo che durante il prossimo mandato, il direttore Dongyu lavorerà in questa direzione e troverà sempre l'Italia pronta a impegnarsi per contrastare la fame nel mondo, uno dei temi centrali nel prossimo vertice che sarà ospitato a Roma dal 24 al 26 luglio".

La nuova nomina di Qu Dongyu è stata però preceduta da accese polemiche nei giorni scorsi. Secondo l'inchiesta della tv tedesca Ard, partita da una segnalazione proveniente dall'interno della stessa Fao, l'organizzazione sarebbe infatti "piegata agli interessi cinesi" e Qu la avrebbe "strumentalizzata" a "vantaggio di Pechino". L'inchiesta riporta tra l'altro che sotto la guida di Qu sarebbero state permesse forniture in Africa, Asia e Oceania di pesticidi vietati in Europa, la maggior parte dei quali provenienti da un'azienda agrochimica cinese, il gruppo Syngenta. Qu avrebbe anche favorito la cosiddetta Nuova Via della Seta cinese e altri "progetti di investimento discutibili", contando su una rete di funzionari del suo Paese d'origine. L'inchiesta sottolinea inoltre che gli "ufficiali" cinesi presso la Fao vengono selezionati a Pechino in base alla loro fedeltà "ideologica" e la fonte interna all'organizzazione li ha definiti delle "spie".

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