Il viceministro ribadisce inoltre che il Ttip ''non comporterà un abbattimento degli standard di sicurezza per salute e ambiente'' e ''manterrà il principio di precauzione''.
"Oggi - aggiunge Calenda - le barriere non tariffarie riguardano oltre il 20% delle esportazioni italiane negli Stati Uniti, con picchi per cibo e bevande fino al 70%. La quota italiana di export penalizzate dalle barriere regolamentarie è secondo il viceministro pari al doppio rispetto a quella media europea, a causa della nostra specializzazione produttiva, e rende l'Italia ''tra i maggiori beneficiari'' del Ttip. Calenda cita uno studio di Prometeia secondo il quale l'accordo sul partenariato varrebbe per l'Italia tra lo 0,25 allo 0,50 del Pil in tre anni. I vantaggi sono, secondo il viceministro, ''soprattutto per le piccole e medie imprese, perché sono le più colpite dalle barriere non tariffarie''.
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