Il "free from" si conferma una delle
tendenze più importanti nel mondo alimentare italiano. L'
aumento delle vendite non si ferma neppure al tempo della
pandemia: in 12 mesi è cresciuto di +2,2% il giro d'affari dei
prodotti food sulle cui etichette è specificata l'assenza di un
ingrediente, di un additivo o di un nutriente. Il giro d'affari
annuo realizzato nei supermercati e ipermercati italiani dal
comparto è di 6,9 miliardi di euro. A rivelarlo è l'ultima
edizione dell'Osservatorio Immagino di Gs1 Italy, realizzato in
collaborazione con Nielsen.
Dal report emerge che "grazie a una crescita incessante, anno su
anno," l'universo dei prodotti alimentari "free from" è arrivato
a generare il 25,4% del giro d'affari complessivo dei 73.590
prodotti alimentari che vengono monitorati dall'Osservatorio
Immagino. E' registrato che sulle confezioni degli oltre 13 mila
prodotti free from rilevati, l'Osservatorio Immagino ha
individuato 17 indicazioni differenti: "senza conservanti" è la
più diffusa, "senza antibiotici" la più dinamica (+51,7% di
vendite), mentre tra i claim emergenti spiccano "non fritti"
(+8,7%), "senza aspartame" (+7,0%) e "senza lievito" (+2,0).
Continua a crescere anche il mondo dei prodotti per chi soffre
di allergie o intolleranze alimentari: i 9.600 prodotti che
riportano in confezione i claim "senza lattosio" o "senza
glutine" o il marchio Spiga Barrata dell'Aic (Associazione
italiana celiachia) hanno generato un giro d'affari da oltre 3,9
miliardi di euro, in crescita annua di +14,4%.
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