In più di quattro famiglie su 10 (43%) si preparano quest'anno in casa i dolci regionali tipici della Pasqua, con un deciso ritorno alle tradizioni. È quanto emerge dall'indagine Coldiretti/Ixe' sulla Pasqua, in occasione della prima mostra delle specialità territoriali pasquali al Mercato di Campagna Amica al Circo Massimo a Roma. Un'occasone dove i cuochi contadini saranno al lavoro per insegnare a cittadini e turisti le specialità provenienti dalle antiche ricette delle campagne di tutte le Regioni.
Una carrellata di dolci che inizia dalla Val d'Aosta, dove si preparano i flantze, pani di segale appiattiti con zucchero, burro, uvetta, mandorle e canditi, mentre in Piemonte c'è il salame del Papa di cioccolato. In Liguria, invece, c'è l'imbarazzo della scelta tra canestrelli, mostaccioli e marzapani. La classica colomba di Pasqua è invece il dolce più presente sulle tavole lombarde, evidenzia Coldiretti, così come la fugassa in Veneto. Il Friuli Venezia Giulia vanta il presniz, una sorta di strudel della tradizione triestina, ma anche la putizza, mentre il Trentino Alto Adige la corona pasquale o anche il Fochaz-osterbrot. Dall'Emilia arriva il bensòne che è tra i più antichi dolci prodotti nel territorio di Modena; dalla Toscana, invece, la schiacciata pisana così come la panina di Pasqua. In Umbria tutti pazzi per la ciaramicola, mentre nelle Marche si preparano le ciambelle pasquali, che una volta erano impastati dalle "vergare", le donne di casa, il Venerdì Santo per farle riposare e poi cuocerle il giorno di Pasqua.
La pizza dolce è tipica del Lazio, così come la pigna di Pasqua. In Abruzzo, invece, ci sono i cavalli, mentre in Basilicata il tarallo aviglianese glassato noto anche come "Il biscotto della sposa". E se in Molise si prepara la pigna, immancabile in Campania la pastiera e i quaresimali. In Calabria ci sono i cuculi, fatti con una pasta di pane piuttosto zuccherata, mentre in Puglia è protagonista la pupa con l'uovo.
I siciliani portano in tavola la cuddura cu l'ova, i sardi, infine, le pardulas e l'aranzada nugoresa, finissimi fili di buccia d'arancia cotti lentamente nel miele e arricchiti da filetti di mandorle tostate.
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