Nella radice di pomodoro sono stati scoperti dei microrganismi che proteggono le colture dalle infezioni, permettendo una riduzione del 50% dell'uso dei pesticidi. Un beneficio anche per la sicurezza del consumatore salvaguardandolo da eventuali tossine nel piatto. E' il risultato della ricerca condotta nell'ambito del Progetto Probiopom, realizzata dagli scienziati dell'Università Cattolica, campus di Piacenza. Il vantaggio è che basta trattare i semi delle piante una volta sola per rendere le piante che germinano protette dai funghi fino al raccolto, consentendo di dimezzare appunto la dose di sostanze chimiche.
"I microrganismi isolati hanno grande importanza per la sicurezza alimentare - dichiara il professor Edoardo Puglisi della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell'Università Cattolica - in quanto riducono sia lo sviluppo di funghi del genere Alternaria produttori di micotossine, sia la produzione delle micotossine stesse; sostanze tossiche per l'uomo, la cui presenza negli alimenti è in via di regolamentazione da parte dell'Efsa". Il ricercatore spiega che "abbiamo svolto delle prove dove abbiamo ridotto del 50% la dose di fungicidi e utilizzato i nostri batteri, garantendo la stessa produzione delle colture di controllo trattate con il 100% di fungicidi; questi risultati sono oggetto di una seconda pubblicazione attualmente in valutazione".
L'applicazione potrà essere estesa ad altre piante e soprattutto ad altri patogeni. Sono in corso prove anche per capire meglio i meccanismi con cui questi batteri sono in grado di ridurre la produzione di micotossine nei raccolti infestati dai funghi. In seguito a questi studi, questo batteri fungicidi potranno sicuramente essere commercializzati; non comportando rischi per il consumatore.
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