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Olio di palma: pediatri, non va demonizzato, è come il burro

Olio di palma: pediatri, non va demonizzato, è come il burro

Concluso a Bari il congresso dei nutrizionisti Sipps

06 aprile 2016, 18:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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- BARI - "L'olio di palma non deve essere demonizzato, ma considerato al pari di un ingrediente alimentare quale il burro.

Tali grassi incriminati andrebbero assunti con ragionevolezza" perché la loro "assunzione eccessiva comporta ricadute metaboliche a prescindere dalla loro origine (vegetale o animale), in quanto "incrementa i livelli di colesterolo e i relativi rischi per la salute". Lo spiega Vito Leonardo Miniello, docente di Nutrizione pediatrica presso l'Università di Bari e vicepresidente nazionale della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) al termine del congresso nazionale 'Medieterranea' svoltosi a Bari.

"Al fine di contrastare la saga della disinformazione - precisa Miniello - è doveroso considerare che nel latte materno il 40% dei grassi totali è costituito da grassi saturi e tra questi il 50% è rappresentato da acido palmitico, particolarmente presente nell'oleina di palma. In caso di indisponibilità del latte materno è necessario ricorrere ai latti formulati, unica alternativa nutrizionalmente adeguata nel corso del primo anno di vita. Per i latti formulati vengono utilizzati oli tropicali al fine di assicurare una fondamentale quota calorica che solo gli acidi grassi garantiscono e di mimare un profilo lipidico simile a quello che si riscontra nei piccoli allattati al seno". L'utilizzo dell'olio di palma nei latti formulati deve quindi tranquillizzare le mamma? "Certo! - ribatte Giuseppe Di Mauro, presidente Sipps - A fronte delle modeste quantità di olio di palma utilizzate nei latti artificiali per mutuare un adeguato apporto energetico, l'imputazione a carico degli oli tropicali andrebbe piuttosto indirizzata sul loro uso e abuso in epoche successive della vita, quando imperversano 'consigli per gli acquisti' su merendine farcite e patatine dorate, quando l'acquisto di uno snack non viene indotto dalla composizione espressa sul prodotto, ma condizionato dal gadget di turno".

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