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Agricosmesi, dai campi un business che interessa industria

Agricosmesi, dai campi un business che interessa industria

In Lombardia polo dedicato. Eco-marchio avvantaggia Italia

ROMA, 13 ottobre 2015, 12:48

Redazione ANSA

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Agricosmesi, dai campi un business che interessa industria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Agricosmesi, dai campi un business che interessa industria - RIPRODUZIONE RISERVATA
Agricosmesi, dai campi un business che interessa industria - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Cristina Latessa)

- Cresce la voglia di cosmetici 'green', quelli tratti dai prodotti della terra. L'agricoltura fiuta il business (giro d'affari di 400 milioni di euro nel 2014, in crescita del 7,7%) e si allea con l'industria. In Lombardia si è appena creato il primo polo che riunisce scienza, agricoltura e industria della cosmetica. Grazie all'accordo tra l'Istituto sperimentale di ricerca Lazzaro Spallanzani e il Polo Tecnologico della Cosmesi di Crema, si realizzeranno "prodotti più sani e sicuri, offrendo anche nuove prospettive di crescita e sviluppo ai comparti interessati", spiega il presidente dello Spallanzani, Ettore Prandini, che è anche presidente di Coldiretti Lombardia. Il primo cosmetico a km 0 prodotto da questa partnership, in commercio a partire da gennaio, sarà una crema anti-invecchiamento a base di polifenoli e resveratrolo, potenti antiossidanti che provengono dagli scarti della vendemmia in zona Franciacorta messi a disposizione dall'azienda biologica "Barone Pizzini". "Su questa base coinvolgeremo altre aziende di tutto il Paese, - annuncia Prandini - inizialmente pensiamo nel settore vitivinicolo.

E' un progetto che valorizza tra l'altro il reddito delle imprese agricole, le indirizza su nuovi percorsi e soddisfa anche la crescente domanda di cosmesi green che si riscontra in Italia e nel mondo. Il 71% degli italiani si fida più di un cosmetico realizzato con prodotti naturali di un'azienda agricola piuttosto che di uno fatto da una marca commerciale".

Per offrire un quadro di trasparenza alla cosmetica green, è stato presentata a inizio anno una proposta di legge che introduce un marchio italiano di qualità ecologica "nell'ottica di una maggiore tutela dell'ambiente e della salute e difendere con la trasparenza e l'innovazione la leadership italiana nel settore della cosmesi" spiega Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera e primo firmatario del provvedimento per cui si è appena conclusa la fese di presentazione degli emendamenti.

''L'Italia è leader nella cosmetica - sottolinea Realacci -, il 60% del make up si fa in Italia, dobbiamo difendere questa leadership con trasparenza e innovazione. Un passo avanti può essere questo eco-marchio".

Che il cibo sia amico della pelle lo ha ricordato la cosmetologa Diana Malcangi che a Expo ha organizzato, con l'Associazione Pandolea -Donne dell'Olio, un workshop per mostrare come la cucina possa trasformarsi in un salone di bellezza. Con ciotole, imbuto e cucchiai le massaie possono realizzare creme e detergenti utilizzando olio d'oliva, zucchero, latte, farina, frutta, caffè e cacao. "Utilizzare ingredienti freschi e ricchissimi di vitamine e antiossidanti, ad esempio la frutta - osserva Malcangi - fa risparmiare, non inquina l'ambiente acquatico attraverso gli scarichi domestici, riduce gli sprechi e abbatte il consumo di plastica e carta, come flaconi e scatole. Esistono in commercio - conclude - cosmetici che si definiscono naturali, biologici ed ecologici ma hanno un prezzo elevato ed essendo prodotti industriali non possono evitare certe sostanze che garantiscono la stabilità del prodotto nel tempo. Occorre educare ed educarsi all'auto-produzione di cosmetici per un nuovo stile di vita in grado di apportare benessere a pelle e ambiente"

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