Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Scoperta la sorgente di magma dell'Etna

Scoperta la sorgente di magma dell'Etna

E' la scarpata di Malta, anche all'origine dei vulcani estinti dei Monti Iblei

06 febbraio 2018, 14:14

Redazione ANSA

ANSACheck

Una colata lavica dell’Etna si espande sull’alto fianco orientale del Vulcano. Il box in basso a sinistra mostra in modo semplificato la sorgente dei magmi etnei, localizzata sotto le faglie della Scarpata di Malta (fonte: INGV) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una colata lavica dell’Etna si espande sull’alto fianco orientale del Vulcano. Il box in basso a sinistra mostra in modo semplificato la sorgente dei magmi etnei, localizzata sotto le faglie della Scarpata di Malta (fonte: INGV) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una colata lavica dell’Etna si espande sull’alto fianco orientale del Vulcano. Il box in basso a sinistra mostra in modo semplificato la sorgente dei magmi etnei, localizzata sotto le faglie della Scarpata di Malta (fonte: INGV) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Individuata la sorgente di magma che alimenta le eruzioni dell'Etna: è molto probabilmente la scarpata di Malta, che in passato è stata all'origine delle eruzioni dei vulcani dei Monti Iblei, oggi estinti. Lo indicano le simulazioni dei percorsi di risalita del magma dal mantello terrestre frutto della collaborazione fra Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), le università di Roma Tre e Catania, e il Centro tedesco per le Geoscienze (Gfz) di Potsdam. I risultati sono pubblicati sulla rivista Earth & Planetary Science Letters.

Vulcani e faglie attivit da milioni di anni
Le simulazioni al computer indicano che le traiettorie seguite dal magma lungo la risalita dal mantello terrestre verso la superficie non sono verticali, ma variamente curve. Indicano inoltre che "anche in Sicilia orientale vulcani e faglie sismogenetiche sono espressione di un unico contesto vulcano-tettonico attivo da milioni di anni e che evolve nel tempo", ha osservato Marco Neri, primo ricercatore dell'Osservatorio Etneo dell'Ingv.

Dalla simulazione è emerso che le traiettorie del magma confluiscono verso il basso sia nel caso dell'Etna sia per i vulcani Iblei, per riunirsi in una stessa zona, sottostante la cosiddetta Scarpata di Malta. "Si tratta di una struttura tettonica che apre la crosta terrestre in Sicilia orientale e permette la risalita dei magmi dal mantello", ha osservato Neri. La Scarpata di Malta è anche un imponente sistema di faglie sismogenetiche, ossia in grado di generare terremoti, che si trova poco al largo delle coste orientali della Sicilia, nel Mar Ionio. Queste faglie, ha spiegato Neri, "si allungano per oltre 300 chilometri producendo, nel fondale marino, una scarpata profonda fino a 3.000 metri".

E' stata la Scarpata di Malta, ad esempio, a generare il terremoto di magnitudo 7,4 che l'11 gennaio 1693 ha sconvolto la Val di Noto, il più violento avvenuto in Italia negli ultimi mille anni e accompagnato da un violento tsunami.

Eruzioni e terremoti parenti stretti
"Eruzioni e terremoti sono parenti stretti", ha rilevato Neri. "Come facce opposte della stessa medaglia, entrambi i fenomeni accadono soprattutto lungo i margini delle placche tettoniche che segmentano la superficie della Terra". Non tutti i vulcani seguono però questa regola: sono quelli che si sviluppano all'interno delle placche tettoniche e non sui bordi. "E' un vulcanismo - ha spiegato Neri - che i geologi definiscono di tipo 'intraplacca', proprio come i vulcani che da milioni di anni eruttano lungo la Sicilia orientale".

Sebbene da 500.000 anni ad oggi sia l'Etna ad essere molto attivo, in precedenza e per milioni di anni a dominare la scena sono stati i Monti Iblei, un altopiano montuoso localizzato nella parte sud-orientale della Sicilia e nel quale si trovano numerosi vulcani distribuiti da Capo Passero alla Piana di Catania e da Siracusa a Grammichele.

Nelle simulazioni i ricercatori hanno ricostruito il percorso di propagazione del magma al di sotto dei vulcani Iblei e dell'Etna, fino al limite fra la crosta terrestre e il mantello, a circa 30 chilometri di profondità. "Nei calcoli - ha detto Neri - abbiamo considerato i diversi regimi tettonici che si sono alternati in Sicilia orientale negli ultimi dieci milioni di anni. In quest'area la crosta terrestre è stata compressa oppure dilatata con diverse direzioni di estensione e compressione che hanno, a loro volta, favorito o contrastato la risalita dei magmi dal mantello verso la superficie".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza