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Staminali riparano il cuore dopo l'infarto

Staminali riparano il cuore dopo l'infarto

Cellule embrionali umane hanno curato il cuore di una scimmia

03 luglio 2018, 12:24

Redazione ANSA

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Cellule del muscolo cardiaco derivare da cellule staminali umane (in verde) si sono integrate nell 'area danneggiata dall 'infarto (in blu) del cuore di una scimmia (fonte: Xiulan Yang/Murry Lab) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cellule del muscolo cardiaco derivare da cellule staminali umane (in verde) si sono integrate nell 'area danneggiata dall 'infarto (in blu) del cuore di una scimmia (fonte: Xiulan Yang/Murry Lab) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cellule del muscolo cardiaco derivare da cellule staminali umane (in verde) si sono integrate nell 'area danneggiata dall 'infarto (in blu) del cuore di una scimmia (fonte: Xiulan Yang/Murry Lab) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cellule staminali umane hanno riparato il cuore colpito da infarto nelle scimmie: l'esperimento è stato condotto nei laboratori dell'Università di Washington, trapiantando cellule del muscolo cardiaco derivate da staminali embrionali umane. A distanza di un mese, il trattamento ha portato alla formazione di nuovo muscolo cardiaco e ha permesso al cuore di riprendere a pompare il sangue con più vigore. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Biotechnology, aprono alla possibilità futura di estendere questa terapia innovativa anche all'uomo.

Finora, infatti, non è stato trovato alcun trattamento realmente efficace per rimediare alla perdita di muscolo e di contrattilità del cuore provocata dall'infarto: molte sperimentazioni condotte con successo su piccoli animali da laboratorio, come i topi, si sono poi dimostrate fallimentari sull'uomo. I ricercatori hanno quindi provato a ricreare questa condizione di insufficienza cardiaca in cinque macachi, riducendo di oltre il 40% la capacità del loro cuore di pompare sangue.

Successivamente nei loro cuori infartuati sono stati iniettati 750 milioni di cellule muscolari cardiache (cardiomiociti) ottenute da staminali embrionali umane. A distanza di un mese dal trapianto, le cellule hanno formato quantità significative di nuovo muscolo, permettendo al cuore di recuperare un terzo della funzionalità perduta. Due delle cinque scimmie trattate hanno continuato a migliorare le proprie condizioni: monitorate per 12 settimane, hanno recuperato i due terzi della funzionalità cardiaca perduta.

Se questi risultati venissero confermati anche dalla sperimentazione clinica sull'uomo, allora si potrebbe arrivare a sviluppare una nuova terapia rigenerativa per l'insufficienza cardiaca. Al momento, però, restano molti dubbi a causa dell'insorgenza di aritmie in alcuni animali trattati, probabilmente dovute al fatto che le cellule trapiantate si trasformano in 'cellule pacemaker' che danno origine al battito cardiaco in modo autonomo.

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