Il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, il National Biodiversity Future Center prende il via con 300 milioni di euro e 1.300 ricercatori. Coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, è uno dei cinque centri nazionali istituiti nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza: Fra i temi dei quali si occuperà, ci sono le strategie per affrontare la crisi climatica e quelle per le specie aliene invasive, il recupero degli ecosistemi degradati e lo studio delle specie in pericolo. Il Centro avrà inoltre l'obiettivo di comprendere e affrontare i fattori connessi al declino della biodiversità a livello marino, terrestre e urbano, e di valorizzare la biodiversità per farne una grande occasione di sviluppo economico.
"Abbiamo l'occasione di rendere l'Italia protagonista in questo settore", ha detto la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, nella cerimonia di presentazione del Centro. Una delle caratteristiche peculiari del nuovo centro sarà il cosiddetto 'biodiversity gateway', un'infrastruttura virtuale con due sedi fisiche a Palermo e a Venezia che dialogheranno tra loro: "I gateway sono finestre sulla biodiversità che potranno essere aperte ovunque o immagino già una costellazione", ha detto Carrozza.
“È una giornata con un grande valore simbolico: con questo nuovo centro di ricerca consegniamo anche la responsabilità di portare avanti e sviluppare questo tema così importante quindi, in un certo senso, stiamo partendo per il futuro. Salvaguardare la biodiversità è fondamentale per salvare il pianeta, ma anche noi stessi”, ha aggiunto la presidente del Cnr.
“Quello che è avvenuto in Emilia-Romagna- ha detto ancora - ci fa riflettere su ciò che noi ricercatori possiamo fare per evitare questi eventi estremi o per far sì che non siano così devastanti: la scienza può fare qualcosa per invertire la rotta. Per questo, la cultura della biodiversità deve diffondersi a partire dalle scuole e diventare parte del nostro patrimonio: saranno infatti le nuove generazioni a dover animare questo centro dobbiamo trovare il coraggio di formarle e di investire su di loro”.
Il presidente del centro, Luigi Fiorentino, ha rilevato che la tutela della biodiversità èentrata a far parte della nostra Costituzione dopo un lungo cammino. “L’istituzione di un ministero dell’Ambiente nel 1986 - ha aggiunto - è stata una rivoluzione e oggi abbiamo finalmente la costituzionalizzazione della biodiversità. L’investimento in ricerca, come quello fatto per far nascere questo centro, è la base perché la sua tutela non resti solo uno slogan”.
L'Italia è un Paese speciale per quanto riguarda la biodiversità anche per Carlo Calfapietra, direttore dell'Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Cnr: "Il nostro territorio ospita 130 ecosistemi, 60mila specie animali e 10mila specie di piante vascolari (cioè quelle piante che hanno radici, fusti e foglie e che si alimentano grazie ad un sistema vascolare). E ancora il Mediterraneo - ha aggiunto - raccoglie il 7,5% della biodiversità marina di tutto il mondo, e l'Italia ha anche 12 milioni di ettari di foreste, di cui il 45% classificati ad alto contenuto di biodiversità".
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