Ha ora una 'voce', molto spettrale,
la più violenta eruzione del XXI secolo: è quella del vulcano sottomarino Tonga nell’Oceano Pacifico, che il 15 gennaio 2022 fece scomparire un’intera isola, spruzzò nella stratosfera abbastanza vapore acqueo da riempire 58mila piscine olimpioniche e produsse onde gravitazionali e atmosferiche che hanno fatto due volte il giro della Terra. Il rumore del catastrofico evento è stato ricostruito dall’artista del suono Jamie Perera, grazie ai dati raccolti dai satelliti della missione Aeolus dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), la prima a studiare i profili del vento terrestre su scala globale con lo scopo di migliorare le previsioni meteorologiche ed i modelli climatici.
Utilizzando i dati sull’intensità dei venti ottenuti durante uno dei passaggi di Aeolus sopra l’eruzione, Perera è riuscito ad ottenere un campione audio di una delle onde d’urto, che ha poi manipolato per arrivare al tono spettrale che è possibile ascoltare. Questo nonostante il momentaneo ‘blackout’ sperimentato nel momento in cui il pennacchio di cenere vulcanica ha raggiunto un’altitudine superiore a quella del satellite: proprio a causa della grande altezza raggiunta, infatti, le ceneri sparate dal vulcano hanno circumnavigato la Terra in una sola settimana, per poi disperdersi quasi completamente dal Polo Nord al Polo Sud in circa tre mesi.
L’intenzione dell’artista era quella di riuscire ad evocare, attraverso il suono, il paesaggio sottomarino del vulcano Tonga e di tanti altri vulcani sommersi: “Per me è stato un lavoro importante”, commenta Perera, “Sono curioso di sapere come l'ascolto di queste voci possa aiutarci ad esplorare eventi di questo tipo da prospettive diverse, sia basate sui dati sia legate più agli aspetti emotivi che generano negli esseri umani”.
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