Arriva il primo ritratto in HD dei due asteroidi studiati per proteggere la Terra da eventuali minacce di impatto e 'non finire come i dinosauri': si tratta di Dydimos e la sua piccola luna Dimorphos, bersagliata nel 2022 dalla sonda Dart della Nasa per modificarne la traiettoria. Le immagini, con dettagli senza precedenti, sono state possibili anche grazie al nanosatellite italiano LiciaCube, gestito e coordinato dall'Agenzia Spaziale Italiana e realizzato dall'azienda Argotec. La loro analisi, preziosa per organizzare le future missioni di difesa planetaria, è pubblicata in cinque studi sulla rivista Nature Communications, Di queste ricerche, due sono coordinate dagli italiani Alice Lucchetti e Maurizio Pajola, dell'Osservatorio di Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.
"Studiare gli asteroidi può sembrare molto lontano dalla nostra quotidianità, ma lo facciamo per un motivo molto concreto: evitare di fare la fine dei dinosauri", ha detto all'ANSA Pajola. Sappiamo infatti che oltre 65 milioni di anni fa un asteroide colpì la Terra portando all'estinzione i dinosauri. "Tutto questo - ha aggiunto Pajola - è avvenuto perché un oggetto celeste, non diverso da quello studiato nei nostri lavori appena pubblicati, venne deviato dalla sua orbita e colpì la Terra".
Obiettivo della missione Dart della Nasa è stato invece deviare la traiettoria di un asteroide, in una sorta di test per la salvaguardia della Terra. Non c'era infatti alcun pericolo di impatto, la il passaggio dell'asteroide Dydimos con la sua luna Dimorphos ha offerto un'occasione unica per verificare la possiilità di deviare la traiettoria di un eventuale asteroide pericoloso.
A distanza di 2 anni da quell''impatto ripreso dalle fotocamere del nanosatellite italiano LiciaCube, che si era separato da Dart poco prima dell'impatto, arrivano le analisi approfondite di quanto è accaduto. "I dati ci hanno permesso di mappare le fratture presenti sulla superficie dei massi dei due asteroidi", ha detto Lucchetti, responsabile di uno dei cinque studi di caratterizzazione di Didymos e Dimorphos.
L'analisi delle fratture, combinata con quella della forma e distribuzione dei massi che compongono i due oggetti, ha permesso di ricostruirne anche la storia. E' emerso infatti che Didymos si sarebbe formato 12,5 milioni di anni fa dai resti di un oggetto più grande andato distrutto per un violento impatto, mentre il suo compagno più piccolo Dimorphos si è formato appena 300mila anni fa per la fuga di alcuni materiali da Dydimos.
Dalle analisi è possibile prevedere anche il futuro dei due asteroidi perché gran parte delle rocce mostrano fratture superficiali di dimensioni comprese fra 50 centimetri e 3 metri, allineate lungo la stessa direzione. "Indicazioni evidenti - ha detto Lucchetti - di fratture dovute allo stress termico, ossia l'alternanza con il calore del Sole". Fratture chetra migliaia di anni porteranno inevitabilmente alla rottura completa delle rocce più grandi di Dimorphos.
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