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Immagini mai viste dal telescopio spaziale Euclid

Immagini mai viste dal telescopio spaziale Euclid

Stelle orfane e antiche galassie fotografate dal cacciatore dell'universo oscuro

24 maggio 2024, 06:26

di Benedetta Bianco

ANSACheck

La regione di formazione stellare Messier_78 fotografata dal telescopio spaziale Euclid  (fonte: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, J.-C. Cuillandre/CEA Paris-Saclay, G. Anselmi)  - RIPRODUZIONE RISERVATA

Più di 1.500 miliardi di stelle orfane che vagano senza dimora, 29 antiche galassie che forniscono informazioni sui primi miliardi di anni dell'universo e ancora e ancora nubi di gas e polveri dai colori suggestivi, per un totale di 11 milioni di oggetti rivelati nella luce visibile e altri 5 milioni in quella infrarossa: è questo il ricco bottino del primo anno di vita del telescopio spaziale Euclid dell'Agenzia Spaziale Europea, il 'detective' dell'universo oscuro lanciato a luglio 2023, che festeggia ora il suo primo anno di attività con cinque ritratti cosmici senza precedenti. Le prime scoperte fatte sulla base di questa messe di dati sono state presentate dall'Esa e pubblicate in 10 studi disponibili su arXiv, la piattaforma che accoglie gli articoli non ancora sottoposti al vaglio della comunità scientifica. Per gli astrofisici, i risultati ottenuti finora sono solo la punta dell'iceberg.

"Euclid è una missione unica e innovativa, e questi sono i primi dati ad essere resi pubblici: è una pietra miliare importante", afferma Valeria Pettorino, ricercatrice dell'Esa per il progetto Euclid. "Le immagini e i risultati scientifici associati sono straordinariamente diversi in termini di oggetti e distanze osservate, eppure rappresentano solo 24 ore di osservazioni: è solo un assaggio di ciò che questo telescopio può fare", aggiunge la ricercatrice. Le immagini ottenute, infatti, sono almeno quattro volte più nitide di quelle che è possibile ottenere dai telescopi terrestri e simili a quelle acquisite dal telescopio spaziale Hubble, ma coprono un'area 175 volte più grande con una profondità senza rivali.

Euclid è uno dei programmi più ambiziosi a livello internazionale nel quale l'Italia, attraverso l'Agenzia Spaziale Italiana, l'Istituto Nazionale di Astrofisica e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, gioca un ruolo da protagonista, coinvolgendo oltre 200 ricercatori e numerose uniiversità, come quelle di Bologna, ìFerrara, i Genova, Milano, Padova,  Sapienza di Roma e Sissa di Trieste. Importante anche il ruolo dell'industria italiana, con la Thales Alenia Space (Thales - Leonardo) prime contractor per il satellite e responsabile del suo modulo di servizio.

Nei sei anni previsti per la sua missione, Euclid dovrà ottenere la mappa di miliardi di galassie in più di un terzo del cielo, cercherà di capire come si è formato ed evoluto l'universo e studierà le più misteriose delle sue componenti: l'energia oscura e la materia oscura che lo occupano per il 95%. Due delle immagini ritraggono, ad esempio, miliardi di stelle nei grandi ammassi Abell 2390 e Abell 2764, tra le strutture più massicce dell'universo che comprendono migliaia di galassie. Gli ammassi come questi costituiscono grandi depositi di materia oscura, il che li rende laboratori astrofisici ideali per studiarne le proprietà.

Un'altra immagine mostra NGC 6744, una delle galassie a spirale più grandi dell'universo locale distante 30 anni luce, in cui è evidente l'attività di formazione stellare. L'ampio campo visivo del telescopio copre l'intera galassia, catturando non solo la struttura a spirale alle scale più grandi ed evidenziando anche i dettagli, come i filamenti di polveri simili a piume che emergono dai bracci della spirale. Immortalate anche la culla di stelle 78 e il gruppo di galassie del Dorado, dove due di queste sono sul punto di fondersi.

"Non è esagerato affermare che i risultati che stiamo vedendo ora non hanno precedenti", dichiara Carole Mundell, direttore scientifico dell'Esa. "La bellezza di Euclid è che copre vaste regioni del cielo con grande dettaglio e profondità, e può catturare un'ampia gamma di oggetti diversi tutti nella stessa immagine: otteniamo così una visione molto dettagliata e molto ampia allo stesso tempo. Questa straordinaria versatilità - prosegue Mundell - modificherà in modo significativo la nostra comprensione dell'universo nei prossimi anni"

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