Il rover Curiosity della Nasa ha festeggiato 11 anni di successi su Marte. L'ultimo, in ordine di tempo, l'ha ottenuto superando la salita più difficile affrontata finora, con una pendenza di 23 gradi, sabbia scivolosa e grandi rocce a intralciare il cammino. Ci sono volute settimane di studio per pianificare una deviazione, a sua volta ricca di incognite, ma alla fine si è rivelata la soluzione giusta e ha permesso al rover di superare il pendio per riprendere l'esplorazione del monte Sharp. Lo dice la Nasa sul blog della missione.
Con i suoi 5.000 metri di altezza, il monte Sharp è un immenso laboratorio a cielo aperto dove Curiosity sta raccogliendo informazioni sul passato del Pianeta Rosso. Miliardi di anni fa, infatti, questo promontorio era ricoperto da laghi, fiumi e torrenti. Ogni strato di sedimenti si è formato in un'era differente con diverse condizioni climatiche, e più Curiosity procede nell'esplorazione, più è possibile ricostruire quanto accaduto.
Dopo aver superato la difficile salita, il rover ha avuto modo di indagare un luogo ai piedi del monte Sharp, denominato Jau, dove sono presenti dozzine di crateri da impatto. "Raramente gli scienziati hanno avuto una visione ravvicinata di così tanti crateri marziani in un unico posto", spiega la Nasa sul suo sito. "Si stima che il più grande sia lungo almeno quanto un campo da basket, sebbene la maggior parte sia molto più piccola". Simili agglomerati di crateri, abbastanza comuni su Marte, si formano solitamente per la caduta di frammenti generati dalla rottura di una meteora in atmosfera o dall'impatto più distante di un grande meteoroide.
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