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Nuove Linee di Nazca scoperte dall'intelligenza artificiale

Nuove Linee di Nazca scoperte dall'intelligenza artificiale

Raffigurano un uomo, delle zampe, un pesce e un uccello

20 giugno 2023, 12:33

Redazione ANSA

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Le linee di Nazca (fonte: Martin St-Amant (S23678), da Wikipedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le linee di Nazca (fonte: Martin St-Amant (S23678), da Wikipedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le linee di Nazca (fonte: Martin St-Amant (S23678), da Wikipedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Grazie all'intelligenza artificiale sono state scoperte in Perù nuove Linee di Nazca: grandi dai 5 ai 19 metri, disegnano nel terreno le figure stilizzate di un pesce, un uccello, un paio di zampe e un uomo che impugna una mazza. Il loro ritrovamento è pubblicato su Journal of Archaeological Science da un gruppo di archeologi giapponesi della Yamagata University in collaborazione con Ibm e l'Università Parigi 1 Panthéon-Sorbonne.

Documentate per la prima volta nel XVI secolo dagli esploratori spagnoli, le Linee di Nazca sono degli antichi geoglifi, ovvero dei giganteschi disegni nel terreno di un altopiano desertico del Perù meridionale. Apprezzabili solo dall'alto, sono sempre più ricercati e studiati attraverso foto aeree, riprese da droni, immagini satellitari e scansioni Lidar. 

Per sfruttare al meglio queste risorse, i ricercatori hanno sviluppato un algoritmo di apprendimento automatico e lo hanno addestrato a riconoscere le Linee di Nazca sulla base delle immagini di una ventina di geoglifi scoperti prima del 2018 e raffiguranti animali. Terminata questa fase preparatoria, il modello di intelligenza artificiale è stato messo alla prova per analizzare nuove foto aeree molto dettagliate (con una risoluzione di 0,1 metri per pixel). 

Come risultato, l'algoritmo ha identificato quattro nuovi geoglifi: un disegno di 19 metri raffigurante un pesce, uno di 17 metri che rappresenta un uccello, un geoglifo di 78 metri che delinea un paio di zampe e infine una figura umana alta cinque metri che impugna una mazza.

Gli archeologi sottolineano che la ricerca di geoglifi con l'intelligenza artificiale è stata 21 volte più rapida rispetto a quella fatta a occhio nudo e suggeriscono la possibilità di affinare ulteriormente il sistema e di adattarlo anche ad altri tipi di ricerche archeologiche.

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