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Dalla fotosintesi una nuova via per produrre idrogeno verde

Dalla fotosintesi una nuova via per produrre idrogeno verde

Grazie a un mix di chimica e nanotech, se ne discute ai Lincei

03 novembre 2021, 17:55

Redazione ANSA

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Imitano la fotosintesi le tecnologie della chimica verde (fonte: Pxfuel) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Imitano la fotosintesi le tecnologie della chimica verde (fonte: Pxfuel) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Imitano la fotosintesi le tecnologie della chimica verde (fonte: Pxfuel) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Produrre energia pulita partendo semplicemente da acqua e luce solare, proprio come fanno le piante: traggono ispirazione dai processi di fotosintesi naturale, i nuovi metodi allo studio per la produzione di idrogeno verde. Un connubio di chimica e nanotecnologie da cui nasceranno nuove soluzioni per un futuro più sostenibile, come emerge dalla conferenza 'Chimica e transizione ecologica' organizzata dall'Accademia dei Lincei in collaborazione con l'Académie des Sciences e l'Ambasciata di Francia in Italia.

"E' dalla chimica che arriveranno le innovazioni per la transizione energetica, sono pronto a scommetterci", afferma Maurizio Prato, docente di chimica organica all'Università di Trieste e accademico dei Lincei, protagonista della conferenza insieme a Jean-Marie Tarascon dell'Académie des Sciences. "Prendiamo ad esempio la produzione di idrogeno: oggi - spiega Prato - è ottenuta prevalentemente da fonti fossili, soprattutto metano, attraverso processi termochimici a elevato impatto ambientale che consumano molta energia e generano anidride carbonica".

Grazie alla ricerca nel campo della chimica e delle nanoscienze, invece, "ci stiamo muovendo verso un approccio più verde ispirato alla fotosintesi, che ci permetterà di usare la luce solare per scindere la molecola dell'acqua e ottenere idrogeno, la cui combustione produrrà ancora acqua alimentando così un circolo virtuoso".

In laboratorio è già stato messo a punto la più piccola unità fotosintetica, il 'quantosoma', responsabile della conversione dei 'pacchetti' di energia luminosa ('quanti') in energia chimica: è formato da un complesso proteico che cattura l'energia solare come un'antenna e da un catalizzatore metallico che genera ossigeno dall'acqua producendo elettroni e protoni che possono essere combinati per formare l'idrogeno. "Il sistema che abbiamo sviluppato - osserva Prato - ha una resa di trasformazione ancora bassa, pari all'1%, e richiede ulteriore ingegnerizzazione perché possa essere ottimizzato e usato su scala più grande". La strada però è segnata "ed è molto promettente".

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