I decessi causati da Covid, pari a 230 a settimana, sono attualmente inferiori a quelli causati dall'influenza stagionale e gli ingressi alle terapie intensive sono stabili, con 130 a settimana: sulla base di questi dati "sono ingiustificati gli attuali allarmismi" sulla ripresa delle infezioni da SarsCoV2", ha detto all'ANSA il virologo Francesco Broccolo, dell'Università del Salento.
Per quanto riguarda i tamponi molecolari, si rileva che il 50% sono positivi: "è un dato che non era stato evidenziato neanche durante la pandemia, probabilmente perché prima i tamponi erano random e adesso sono selezionati, nel senso che fanno il tampone solo i sintomatici", osserva il virologo. Dai tamponi molecolari emerge inoltre che "le varianti del virus SarsCov2 stanno circolando moltissimo" e sono rilevate nel 50% dei test molecolari positivi e nel 14% dei test antigenici rapidi. "Ciò nonostante, gli accessi settimanali nelle terapie intensive e il numero dei decessi sono stabili, quasi tutti in persone di oltre 80 anni: un numero inferiore a quello correlato all'influenza. Tuttavia - ha rilevato il virologo - il numero crescente pazienti ricoverati negli ospedali con tampone positivo mette in crisi l'organizzazione dei Pronto soccorso e dei reparti".
Broccolo osserva che "un paziente positivo necessita di isolamento e ciò riduce i posti disponibili per altri malati. Gli operatori sanitari dei Pronto soccorso, già in numero ridotto, si devono dividere nelle differenti aree, con aumento dei problemi organizzativi". Inoltre, "il personale insufficiente in quasi tutte le aree mediche e la riduzione dei posti letto operata da tutti i governi degli ultimi anni, nonostante l'aumento dei pazienti e dell'aspettativa di vita, sta mettendo in difficoltà il sistema sanitario pubblico. Tutto questo - ha concluso - coincide con la contemporanea riduzione dei finanziamenti per la sanità. Una tempesta perfetta, qualora dovesse arrivare un'altra emergenza".
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