/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Una scoperta italiana mette il turbo alle terapie contro la Sma

Una scoperta italiana mette il turbo alle terapie contro la Sma

Nel fegato e nel cervello tracce del gene responsabile della malattia

28 novembre 2023, 09:58

Enrica Battifoglia

ANSACheck

Cellule con un anticorpo anti-Sma (in rosso) (fonte: DAFRESCAS, Wikipedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cellule con un anticorpo anti-Sma (in rosso) (fonte: DAFRESCAS, Wikipedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cellule con un anticorpo anti-Sma (in rosso) (fonte: DAFRESCAS, Wikipedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia tracce anche nel fegato e nel cervello, il gene responsabile dell'atrofia muscolare spinale, la malattia genetica rara che nella forma più grave provoca la paralisi, fino alla morte prematura dei bambini. La scoperta, italiana e pubblicata sulla rivista Communication Biology, apre alla possibilità di potenziare e personalizzare le attuali terapie contro la Sma.

Durata quattro anni, condotta su 33 pazienti pediatrici e in modelli animali, la ricerca è stata realizzata grazie alla collaborazione tra il Ceinge Biotecnologie Avanzate 'Franco Salvatore' di Napoli, le università della Campania 'Luigi Vanvitelli, di Napoli Federico II, di Salerno e Cagliari, e con l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Parte dello studio è inoltre finanziata con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nell'ambito del progetto Mnesys-a, sullo studio del sistema nervoso in condizioni di salute e nella malattia.

I ricercatori hanno scoperto che il gene responsabile dell'atrofia muscolare spinale ha effetti sul metabolismo degli aminoacidi del cervello e del fegato fin dai primi giorni dalla nascita. Incide inoltre sull'espressione degli enzimi che permettono la sintesi delle molecole che aiutano la comunicazione fra le cellule nervose, ossia i neurotrasmettitori. "E' un risultato importante, che da un lato fa pensare alla possibilità di stabilire nuovi biomarcatori per predire l'esordio della malattia", osserva l'ideatore del progetto, Alessandro Usiello, direttore del Laboratorio di Neuroscienze traslazionali del Ceinge e professore di Biochimica clinica dell'Università Vanvitelli. Dall'altro lato, prosegue, il risultato "suggerisce l'importanza della nutrizione per compensare i deficit metabolici causati dalla riduzione della proteina Smn", ossia la proteina prodotta dal gene Smn1 responsabile della malattia.

I test condotti sugli animali, prosegue Usiello, indicano inoltre che nella Sma "è presente una notevole alterazione metabolica di numerosi amminoacidi, accompagnati da una severa riduzione dei livelli del neurotrasmettitore noradrenalina, implicato anche nella regolazione dell'eccitazione delle cellule nervose, del loro metabolismo energetico e delle risposte infiammatorie". I risultati ottenuti osservando i topi utilizzati come modello della malattia "sono coerenti con quanto abbiamo riscontrato nel liquido cerebrospinale dei pazienti pediatrici", osserva Francesco Errico, del Ceinge e professore di Biochimica generale dell'Università Federico II, riferendosi ai bambini affetti dalla Sma1 ricoverati nell'ospedale Bambino Gesù".

Ottimisti i neurologi dell'ospedale pediatrico di Roma Enrico Bertini e Adele D'Amico, per i quali "i risultati della ricerca suggeriscono possibili approcci terapeutici e nutrizionali combinati e personalizzati, potenziando le terapie oggi disponibili".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza