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In un atlante le cellule nervose coinvolte nell'Alzheimer

In un atlante le cellule nervose coinvolte nell'Alzheimer

Potrebbe aprire a nuove terapie

30 settembre 2023, 09:35

Redazione ANSA

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È pronto il più vasto atlante delle cerllule nervose coinvolte nell’Alzheimer (fonte:P ixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

È pronto il più vasto atlante delle cerllule nervose coinvolte nell’Alzheimer  (fonte:P ixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
È pronto il più vasto atlante delle cerllule nervose coinvolte nell’Alzheimer (fonte:P ixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

È pronto il più vasto atlante dell’Alzheimer realizzato finora: comprende tutte le tipologie di cellule presenti nel cervello e illustra le modifiche che vi avvengono a causa della malattia. È stato messo a punto da un gruppo di ricercatori guidato dal Massachusetts Institute of Technology, che ha pubblicato i risultati ottenuti in quattro studi sulla rivista Cell. L’atlante, compilato analizzando più di 2 milioni di cellule provenienti da oltre 400 campioni prelevati post-mortem dal cervello di persone affette da Alzheimer, presenta nuovi potenziali bersagli per le terapie del futuro.

I ricercatori coordinati da Li-Huei Tsai e Manolis Kellis hanno analizzato i cambiamenti, i difetti e gli errori che si accumulano nelle cellule man mano che la malattia progredisce. In questo modo hanno scoperto i geni più colpiti dall'Alzheimer: quelli coinvolti nel funzionamento dei mitocondri (le centrali energetiche delle cellule), nella comunicazione tra neuroni, nelle proteine che hanno il compito di mantenere l’integrità strutturale del Dna e, infine, nel metabolismo dei grassi.

I ricercatori hanno anche confrontato le cellule di coloro che mostrano declino cognitivo e quelle delle persone che invece mostrano una maggiore resilienza nonostante l’avanzamento della malattia: l’analisi ha rivelato che coloro che non mostrano segni di demenza hanno popolazioni più grandi di due tipi di neuroni detti ‘inibitori’, che hanno il compito di regolare l’attività degli altri neuroni. Ciò suggerisce che queste particolari cellule potrebbero essere la chiave per mantenere intatte le funzioni cognitive. Allo stesso modo, potrebbero essere utili per rallentare la progressione dell’Alzheimer farmaci che migliorino le capacità di riparazione del Dna: i risultati, infatti, indicano che nelle cellule dei malati si accumulano molti danni i quali, nel tentativo di essere riparati, portano ad estesi riarrangiamenti pieni di errori.

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