È stata ottenuta una varietà di cotone a prova di incendio, che resiste al fuoco e ne provoca l’auto-spegnimento: la diffusione di questa variante nella coltivazione globale di cotone potrebbe ridurre in modo significativo i costi e l’impatto ambientale della produzione di tessuti, poiché eliminerebbe la necessità di utilizzare composti chimici che riducono l’infiammabilità per la sicurezza dei consumatori. E' il risultato dello studio guidato dal Servizio di ricerca agraria del Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda-Ars), pubblicato sulla rivista Plos One.
La selezione delle piante di cotone di solito si concentra sulla qualità delle fibre e su una resa migliore: sono le caratteristiche come il colore e la resistenza a determinare se una determinata partita di cotone verrà destinata a stracci e salviette oppure a fogli di alta qualità e tessuti di lusso, fattori che ne determinano anche il valore economico. I ricercatori guidati da Gregory Thyssen si sono invece concentrati su nuove varietà che presentavano una maggiore resistenza al fuoco: gli autori dello studio hanno passato in rassegna 257 varianti diverse, identificandone infine quattro che avevano le caratteristiche volute.
Le nuove fibre sono state utilizzate per produrre tessuti da sottoporre a test: tutti e quattro hanno provocato lo spegnimento autonomo della fiamma, a differenza del cotone classico che è stato completamente consumato dal fuoco. Gli autori dello studio hanno poi sequenziato l’intero Dna delle varietà individuate: in questo modo, hanno trovato i geni candidati ad essere i responsabili della capacità di resistere al fuoco, aprendo così la strada alla possibilità di introdurre questo tratto nelle piante attualmente coltivate.
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