/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

La trasmissione del Sars-Cov-2 ‘aiutata’ dal gruppo sanguigno

La trasmissione del Sars-Cov-2 ‘aiutata’ dal gruppo sanguigno

Conferma statistica da una ricerca italiana guidata da IIT

19 agosto 2021, 12:18

Redazione ANSA

ANSACheck

La trasmissione del Sars-Cov-2 ‘aiutata’ dal gruppo sanguigno (fonte: IIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La trasmissione del Sars-Cov-2 ‘aiutata’ dal gruppo sanguigno (fonte: IIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La trasmissione del Sars-Cov-2 ‘aiutata’ dal gruppo sanguigno (fonte: IIT) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La trasmissione del Sars-Cov-2 sembra seguire la regola del gruppo sanguigno: il virus infetta più facilmente le persone con il gruppo sanguigno compatibile con quello di un infetto. A suggerire l’ipotesi è un modello matematico sviluppato da ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), guidati da Giancarlo Ruocco, e pubblicato su Plos One.

“Tutto nasce dall’ipotesi avanzata nel 2020 da un gruppo di ricerca francese dell’università di Nantes secondo i quali la trasmissione del virus fosse connessa al gruppo sanguigno degli infetti”, ha dello all’ANSA Ruocco, direttore del centro IIT di Roma e coordinatore dello studio. Il sangue umano può essere classificato in 4 differenti gruppi sanguigni (0, A, B e AB) in base alla presenza di speciali molecole sulla superficie dei globuli rossi (detti antigeni) che fungono un po’ come delle carte di identità fondamentali per la compatibilità in quanto innescano delle risposte immunitarie. Un meccanismo per cui i soggetti con gruppo 0 possono donare il sangue a tutti i gruppi senza ostacoli ma ricevere solo quello dello stesso gruppo, mentre gli AB possono donare solo agli AB ma ricevere quello di tutti.

“L’ipotesi dei ricercatori francesi è che in qualche modo il virus una volta replicatosi in un soggetto porti con sé queste stesse informazioni, integrando al suo esterno gli antigeni del gruppo sanguigno. Ne consegue allora che chi ha sangue appartenente al gruppo AB può essere infettato da qualsiasi individuo mentre chi è 0 può contagiare chiunque senza discriminazione di gruppi sanguigni”, ha aggiunto Ruocco. “Per verificare questa ipotesi abbiamo sviluppato un modello matematico che teneva conto delle variazioni della distribuzione dei gruppi sanguigni che esistono tra nazione e nazione, ad esempio sappiamo che in sud America c’è una forte prevalenza del gruppo 0 mentre in Asia c’è grande omogeneità di tutti i gruppi”.

I risultati sono stati poi messi a confronto con l’andamento dell’infezione in 78 paesi durante le primissime fasi del contagio, prima che ciascun paese iniziasse a contrastare l’infezione con misure preventive quali lockdown, distanziamento fisico e uso di mascherine chirurgiche. “Possiamo dire che il nostro lavoro ha confermato statisticamente la validità dell’ipotesi iniziale” ha detto Ruocco. Ora però sarà necessario ottenere verifiche sperimentali, ossia capire se questo meccanismo sia presente anche nei singoli casi, tra singoli gruppi di contagiati. “Se fosse vero – ha concluso il ricercatore dell’IIT – si potrebbero anche adottare strategie più efficienti per limitare la diffusione cercando ad esempio di limitare i contatti tra soggetti i cui gruppi sanguigni siano particolarmente ‘affini’”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza