Su 160 articoli testati il tasso di
non conformità è risultato del 16,3% e su un totale di 2.374
test eseguiti l'1,8%. Il principale Paese d'origine dei prodotti
non conformi è risultata la Cina. Le principali sostanze non
conformi (al di sopra dei limiti di legge) sono risultate Cromo
esavalente, Nickel rilasciato, Ftalati, Npeo (nonilfenoli
etossilati), Sccp/Mccp (paraffine clorurate a catena corta), Ipa
(idrocarburi aromatici policiclici) e metalli pesanti. In
pratica sostanze dannose per l'ambiente o per le persone e in
molti casi cancerogene per contatto o per inalazione. I
risultati sono del progetto Reach4Textile sono stati presentati
ufficialmente al meeting annuale di Eupcn (Eu Product Compliance
Network) e a una riunione dell'Echa (l'Agenzia europea per le
sostanze chimiche) e vengono ora diffusi dall'Unione industriale
biellese.
A illustrare i resoconti tecnici del progetto sono stati il
centro tecnologico belga Centexbel (capofila del progetto) e
l'Organizzazione europea dell'industria tessile e
dell'abbigliamento (Euratex), in rappresentanza degli altri due
partner di progetto, l'Associazione nazionale tedesca del
tessile e della moda (Textile und Mode T+M) e l'Associazione
Tessile e Salute, nata nel 2001 a Biella.
"L'elevata numerosità (16,3%) dei campioni con almeno una
sostanza vietata, di provenienza quasi esclusivamente extra
europea, conferma le preoccupazioni già emerse in altre campagne
di controllo da parte di ong e conferma la necessità di
implementare i controlli, da oggi resi più efficaci grazie agli
strumenti di valutazione del rischio elaborati con il progetto
Reach4Textiles" commenta Marco Piu, direttore Tessile e salute.
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