Crescere in una casa piena di libri,
almeno 80, ha un effetto positivo sulle capacità di leggere e
scrivere, di saper fare i calcoli e persino di utilizzare la
tecnologia pari a quella di un corso universitario. Lo afferma
uno studio fatto in 31 paesi, tra cui l'Italia, pubblicato da
Social Science Research.
I ricercatori della Australian National University hanno
usato i dati di una ricerca internazionale dell'Ocse sulle
competenze degli adulti condotto tra il 2011 e il 2015. A oltre
160mila persone è stato chiesto quanti libri avessero in casa
all'età di 16 anni, e tutti si sono sottoposti a test sulle
abilità 'letterarie', matematiche e nella tecnologia. "I
teenager con bassi livelli di istruzione secondaria ma che
vivevano in case piene di libri - scrivono gli autori - hanno
ottenuto lo stesso punteggio nei test di chi era laureato ma era
cresciuto con pochi libri".
La media di libri posseduti è risultata estremamente
variabile, dai 23 in Turchia ai 218 in Estonia passando per i 75
in Italia, una delle cifre più basse. Dallo studio è emerso che
i primi effetti positivi si hanno sopra gli 80 libri, che
crescono progressivamente fino ai 350, tetto sopra il quale non
ci sono più differenze. "L'esposizione precoce ai libri è
importante - concludono - perchè sono una parte integrante di
pratiche che aumentano le competenze cognitive per tutta la
vita".
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