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>>>ANSA/ Bueti (Sissa), quote rosa per cambiare il sistema

>>>ANSA/ Bueti (Sissa), quote rosa per cambiare il sistema

'Istituto di Trieste pioniere nell'incentivare donne ai vertici'

TRIESTE, 08 marzo 2024, 15:23

Redazione ANSA

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(di Valeria Pace) "Le quote rosa sono un modo per innescare un cambiamento, anche io la trovavo una cosa orrenda perché chi fa scienza non vuole essere invitato alle conferenze perché è femmina o perché ha il naso a punta, ma per la sua scienza" ma "è un male necessario, è l'unico modo per agire mentre si aspettano gli effetti del cambiamento culturale lentissimo che deve aver luogo". Lo ha detto all'ANSA in occasione dell'8 marzo Domenica Bueti, neuroscienziata che dirige il laboratorio "Time Perception Lab" della Scuola internazionale di studi avanzati di Trieste (Sissa) ed è coordinatrice del Comitato unico di garanzia dell'istituto stesso. Bueti ha sottolineato infatti che le quote rosa "sono un modo per mettere a sistema la presenza del diverso, che poi cambierà le cose dall'interno, partecipando alle scelte, arricchendo i consessi di cui farà parte con la sua prospettiva unica e fornendo un modello per le generazioni future".
    La Sissa, ha spiegato Bueti, nella sua storia e negli ultimi anni ha intrapreso "iniziative pioneristiche per contrastare la scarsa rappresentazione delle donne ai vertici della ricerca scientifica". Si tratta di un male che interessa tutto il mondo e che si riflette anche nella Sissa dove le aree di ricerca sono Matematica, Fisica e Neuroscienze e "solo il 10% del corpo professorale è donna", il dato sarebbe ancora peggiore se si escludesse Neuroscienze (dove il 20% del corpo professore è donna), ha spiegato Bueti, perché le "Scienze della vita in generale hanno un bilanciamento migliore delle materie Stem", dove addirittura c'è un problema di genere all'accesso: "solo il 10% di chi fa domanda di ingresso al dottorato di matematica della Sissa è donna".
    "Per incentivare la rappresentazione femminile" tra i professori in Fisica, dunque, la Sissa ha organizzato "per due anni delle Open call of interest aperte a tutte le discipline della Fisica a cui avevano accesso solo le donne", da cui, dopo la vincita di concorsi aperti anche agli uomini, sono scaturite "due nomine di scienziate bravissime". Non si è trattato insomma direttamente di un'assunzione a quote rosa, ma un modo innovativo per valorizzare candidature eccellenti "che altrimenti rischiano di non trovare spazio", ha rimarcato la docente.
    La Sissa inoltre è stato uno dei primi istituti di ricerca in Italia a dotarsi di un asilo aziendale, una delle iniziative messe in campo a sostegno delle scienziate Junior che in questa fase "rinunciano alla carriera più spesso dei colleghi uomini".
    Si tratta infatti di un passaggio "molto difficile tutti" e coincide con la fase in cui si cerca "stabilità anche nella vita personale", ha spiegato Bueti. Sulla rinuncia ad arrivare ai vertici ha "particolare influenza" la stessa pressione sociale che allontana le donne dall'iniziare la carriera nella ricerca scientifica nelle materie Stem, ha concluso la neuroscienziata.
   
   

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