(di Agnese Malatesta)
MYRIAM CAROLEO GRIMALDI - ES L'AMORE
CANNIBALE (ALBATROS PP 199, 13,90 EURO) E' la passione mossa
dall'inconscio, quella oscura e perversa, a muovere le relazioni
di una storia che nasce intorno ad un'adolescente, Eraclea, i
cui fili sono tenuti da ritmi musicali. Alla musica classica
tutti i personaggi sono legati come in una danza che li
imprigionati. Eraclea è una pianista; la musica è la sola cosa
che le interessa. Le sue performance sono strumenti di
seduzione. Prima fra tutti sul Maestro e poi sul Direttore,
entrambi suoi riferimenti artistici. Fra detti e non detti, è
anche una storia di solitudini, di vite sospese. Di desideri,
ricercati ma frustrati."Eraclea sta suonando di Chopin, 'Marche
Funèbre', le piace sentire i cambi di tono, mentre le dita
sussurrano tutte le ombre che vede sul viso del suo Maestro che
ha occhi azzurri di cui sono assetati i suoi pensieri (…) Si
domanda se la trovi bella, se sta osservando il suo corpo,
adesso che suona se l'abbia mai immaginata nuda". Un rapporto
che non prende forma concreta - fra loro prevalgono "due
distinte sensazioni, la fuga e l'abbraccio" - ma che resta
nell'immaginario reciproco: "il desiderio vive aggrappato a funi
e funi di ragioni e, così, si salva sempre", Poi l'incontro col
Direttore, in un'altra città (Parigi): a lui "Eraclea offre se
stessa. Lo serve. Ora è lui il suo padrone". Eraclea sta
cercando la sua identità di donna, per diventarlo deve
affrontare un viaggio verso se stessa; un viaggio spesso
contraddittorio, a tratti masochistico dove spesso il Direttore
prende il sopravvento sulla sua vita tanto da renderla preda,
vinta da una violenza che lei stessa non teme. "Eraclea, in
tutte le note, rivede il suo Maestro e, dietro quell'immagine
serena, il Direttore comprimerle la schiena mentre le percorre
il profilo con un dito". La pianista non sa cosa sia l'amore, se
quello che vive sia amore, "perché in quella vischiosità
promiscua che richiamava il sangue e la saliva, lei nuotava a
suo agio". Ogni personaggio di "ES l'amore cannibale", da
Eraclea al Maestro al Direttore, a Maddalena a Paolo, a
Francesca, esprime pulsioni dove compaiono dilemmi, piaceri,
tormenti, desideri e soprattutto senso di inadeguatezza. Un
inconscio profondo che dà l'impronta al romanzo. All'inconscio
dà infatti forte attenzione l'autrice del libro, nella vita
avvocata penalista, una formazione che la portano a interessarsi
degli aspetti più controversi della natura umana. "Il concetto
di inconscio è strettamente connesso alla musica. Gli antichi
greci - afferma Caroleo Grimaldi - credevano che prima della
creazione esistesse una armonia cosmica, capace di fare muovere
i pianeti. Questa armonia non è sentita dall'orecchio umano ma
l'avverte l'ES. L'amore cannibale è quello che vive l'ES:
nell'inconscio, ti divora, ti prosciuga, non lascia scampo, si
nutre di te, delle illusioni e delle speranze, ti avvolge come
una malattia, quindi non può guarirsi con dei ragionamenti". Chi
è Eraclea? "Così si chiamava la pietra magnetica emblema
platonico dell'ispirazione tramessa dalla Musa all'artista.
Eraclea fa perdere il controllo, tutti sono attratti
vertiginosamente dall'incanto e dalla seduzione della giovane,
la cui sola presenza basta a catturare su di sé tutte le
attenzioni, le gelosie, le passioni, le follie che un essere
umano potrebbe vedere animarsi nel suo intimo, fino alla
distruzione di ogni certezza". "Eppure - prosegue parlando con
l'ANSA - quando siamo senza più riferimenti, orfani delle nostre
sicurezze, che riusciamo a conoscere la nostra natura, ciò che
desideriamo. E attraversando le nostre paure possiamo arrivare
alla libertà". Alla fine del viaggio, Eraclea si libera, spicca
il volo.
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