"In Campania, così come in molte
regioni italiane, il trend in crescita del nuovo contagio viene
imputato al rientro dalle vacanze dall'estero o da altre
regioni. A livello territoriale, il nuovo contagio sta colpendo
prevalentemente il napoletano ed il salernitano, ma tutte le
province sono costantemente investite da nuovi casi e, in talune
circostanze, cluster e mini focolai", spiega Maria D'Avino,
presidente Fadoi Campania, la Federazione dei medici internisti
ospedalieri.
"In queste ore si stanno completando le attività di
potenziamento di posti in terapia intensiva, mentre la domanda
di assistenza ospedaliera cresce anche nelle aree interne, oltre
che nei capoluoghi di provincia. Quello che ora ci dà più
preoccupazione, a mio avviso, sono le patologie croniche che
affollavano i nostri reparti in epoca pre-Covid o gli ospedali
con reti tempo dipendenti dove i percorsi per patologia Covid
vanno rimodellati e/o creati", aggiunge.
" Nel marzo 2020 probabilmente il lockdown ha portato molti
ammalati a sottovalutare sintomatologie che poi hanno procurato
effetti nocivi sul loro stato di salute. Oggi si è ridotta la
paura da Covid e il ricorso alle cure ospedaliere si è fatto di
nuovo pressante in strutture dove non esiste la cultura delle
malattie infettive e non ci sono percorsi predefiniti.
Attualmente visto l'andamento dei contagi Covid - conclude - e
la probabile persistenza del virus per un periodo di tempo non
definibile, dobbiamo probabilmente sia nelle strutture Covid che
in quelle no Covid individuare tempestivamente il paziente e
avviarlo ad un percorso prestabilito per evitare ulteriori
contagi".
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