/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Dalla DDR all'impresa italiana,Heike 40 anni a Berlin-Chemie

Dalla DDR all'impresa italiana,Heike 40 anni a Berlin-Chemie

Nella sede tedesca di Menarini, sintonia ha vinto su scetticismo

ROMA, 28 giugno 2018, 19:22

Redazione ANSA

ANSACheck

Dalla DDR all 'impresa italiana,Heike 40 anni a Berlin-Chemie - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalla DDR all 'impresa italiana,Heike 40 anni a Berlin-Chemie - RIPRODUZIONE RISERVATA
Dalla DDR all 'impresa italiana,Heike 40 anni a Berlin-Chemie - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Stavamo passando da un'economia socialista a una di mercato. C'era molta eccitazione ma anche paura. Quando ci dissero che la nostra azienda sarebbe stata acquistata da un italiano, tutte le incertezze che già avevamo, presero il sopravvento". Frau Heike Florenz da 40 anni lavora alla Berlin Chemie, e oggi ricorda col sorriso quel giorno di 26 anni fa quando ai dipendenti della fabbrica chimica berlinese fu comunicato il loro futuro. A vincere la gara per la privatizzazione dell'area industriale della ex DDR era stato infatti Alberto Aleotti, allora presidente del gruppo Menarini, prima industria farmaceutica italiana.
    "Quando nel 1992 acquistammo i 400.000 metri quadri della Berlin Chemie, si trattava non solo di ristrutturare la produzione industriale e adeguare la struttura produttiva agli standard GMP ma anche di cambiare la mentalità, dopo 45 anni di comunismo. Nella DDR, c'era salario garantito e non esisteva la disoccupazione ma c'era anche una bassa produttività e non esisteva la figura dell'informatore scientifico", spiega Attilio Sebastio, Chief Financial Officer della Berlin Chemie. A questo si aggiungeva l'altissimo tasso di disoccupazione che, nella ex Germania Est, seguì il crollo del Muro di Berlino: i dipendenti della fabbrica dimezzarono in 3 anni, passando da 3.000 nell'1989 a 1.268 nel 1992. "Rispetto agli italiani eravamo reciprocamente curiosi ma scettici", racconta Frau Heike, per cui la Berlin Chemie è quasi una famiglia, visto che vi hanno lavorato anche il marito e il figlio. "Il primo contatto che ebbi col dottor Aleotti - prosegue - fu subito dopo la privatizzazione. Ci promise che avrebbe fatto tornare grande questa azienda. In pochi ci cedettero ma in effetti tutto quello che ha detto lo ha realizzato". Ora la Berlin Chemie conta su 1,6 miliardi di euro di fatturato, quasi la metà di tutto il gruppo Menarini (3,6).
    "Vincemmo la gara al nostro piano di ristrutturazione, un piano di cui abbiamo rispettato ogni punto. E che ha fatto della Berlin Chemie uno dei pochi esempi di privatizzazione riuscita della ex Repubblica Democratica Tedesca", spiega Sebastio. Oggi, gli edifici storici stanno per essere abbattuti e l'intera zona di insediamento originale bonificata mentre, poco distante, si estende la nuova Berlin Chemie-Menarini dove si produce 7 giorni su 7 in spazi rinnovati e laboratori ad altissima tecnologia. In questo microcosmo, l'anima italiana e quella tedesca si incontrano unendo precisione e organizzazione da un lato, creatività e la flessibilità dall'altro. "Italiani e tedeschi sono molto diversi di temperamento - conclude Heike - ma col tempo ne è nata una ottima simbiosi".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza