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Glossario

Glossario

10 luglio 2023, 09:19

Redazione ANSA

ANSACheck

Abrasione Cervicale
Le abrasioni dentali cervicali sono lesioni non cariose alla base della corona del dente, in prossimità della gengiva.
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Si associano spesso a recessione gengivale.

Sono causate generalmente da metodiche di igiene orale troppo aggressive e non corrette. Se non intercettate tempestivamente, possono approfondirsi, fino ad interessare la polpa del dente, che diviene molto sensibile agli stimoli termici e può indebolirsi al punto di fratturarsi.

 

Attacco clinico
L’attacco clinico è una misura dello stato della malattia parodontale che, in millimetri, determina la quantità del tessuto perduto a causa di malattia.
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L’attacco clinico è una misura dello stato della malattia parodontale. Esso misura, con una sonda parodontale, la distanza in millimetri tra la giunzione amelo-cementizia (il confine fra corona e radice del dente) ed il fondo della tasca. Si può anche calcolare sommando la recessione gengivale e la tasca parodontale. In presenza di infiammazione gengivale o quando la malattia parodontale ha causato una perdita di sostegno e osso attorno a un dente, la quantità di attacco clinico del dente diminuisce. Mediante la sonda parodontale – uno strumento utilizzato per la diagnosi – il dentista può misurare in millimetri la diminuzione dell’attacco clinico. L’attacco clinico può variare a seconda dello stato di infiammazione gengivale, del tipo di sonda utilizzata, della pressione applicata, dalla presenza di tartaro e da altri fattori. La misura dell’attacco clinico rimane comunque la migliore indicazione dell’entità della malattia parodontale del paziente ed è indispensabile per la diagnosi e per la formulazione di un corretto piano terapeutico.

Esempio di misurazione dell'attacco clinico.

 

Ascesso parodontale
Il termine ascesso definisce una raccolta localizzata di pus in un spazio formato dalla distruzione di tessuti. L'ascesso parodontale è un ascesso all'interno delle pareti di una tasca parodontale.
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Si forma spesso in pazienti affetti da parodontite, in cui vi è un rapido peggioramento dei meccanismi di difesa dell'organismo o una variazione di tipo e numero dei batteri presenti nelle tasche od entrambi i fenomeni. È raro nei bambini e, quando presente, è in genere dovuto alla presenza di un corpo estraneo (es. un residuo di cibo) che va ad infilarsi sotto gengiva.

I fattori che causano la formazione di ascessi parodontali sono molteplici.

I segni e sintomi associati all'ascesso parodontale sono gonfiore, suppurazione, rossore, mobilità e spostamento del dente, dolore alla percussione o alla masticazione.

 

Alitosi
L’alitosi è una condizione patologica o para-fisiologica caratterizzata dalla percezione di alito cattivo da parte del soggetto o da chi gli sta vicino.
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L'alitosi è una condizione spesso associata ad una patologia presente a livello del cavo orale: è infatti uno dei sintomi della Parodontite, poiché i microorganismi presenti all'interno della placca batterica producono dei composti solforati (contenenti zolfo) che sono alla base della percezione dell'alito cattivo.

L'alitosi può anche non dipendere da problemi del cavo orale; vi sono patologie sistemiche e altre condizioni che possono causarla come disturbi digestivi, diabete, patologie del fegato, situazioni ormonali o assunzione di farmaci che diminuiscono il flusso della saliva.

Quando si ha la percezione di questo sintomo è bene consultare il proprio Odontoiatra o il Parodontologo per una visita di controllo.

 

Anamnesi
L’anamnesi, in medicina è la raccolta dalla voce diretta del paziente, di informazioni, notizie e sensazioni che possono aiutare il medico a indirizzare la diagnosi di una certa patologia.
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Insieme all'esame obiettivo del malato aiuta a ricostruire le modalità di insorgenza e il decorso della patologia in atto, investigando inoltre sulle possibili predisposizioni del gruppo familiare verso l'insorgenza di determinati tipi di malattie.

L'anamnesi si divide in più parti, principalmente una familiare e una personale. L'anamnesi personale si divide a sua volta in fisiologica, patologica remota e patologica prossima.

 

Antibiotici
Per antibiotico si intende comunemente una sostanza naturale (prodotta da microrganismi) o sintetica capace di agire su altri microrganismi (o su cellule viventi) inibendone la crescita o distruggendoli.
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Classificazione:
Esistono diversi sistemi di classificazione in considerazione della famiglia di appartenenza, dello spettro, del tipo e del meccanismo di azione e dell'origine.

Il ricorso ad antibiotici nella cura delle malattie delle gengive può essere utile in alcuni casi e rigorosamente dietro prescrizione dell'odontoiatra. Un uso non giustificato di antibiotici espone a rischio di resistenza batterica e di inefficacia della terapia.

Biforcazione
La biforcazione è la zona compresa fra due radici di un dente.
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La valutazione dello stato di questa area viene eseguita mediante il sondaggio parodontale. Una perdita di attacco nella zona della biforcazione dovuta a parodontite determina un elevato rischio di progressione della malattia e sovente una prognosi peggiore del dente. La terapia di un danno a carico della forcazione può richiedere procedure di terapia parodontale chirurgica.

 

Biofilm
Il biofilm (o biopellicola) è un'aggregazione complessa di microrganismi aderente ad una superficie contraddistinta dalla secrezione di una matrice protettiva. Il biofilm microbico è la causa principale di carie e parodontite.
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I biofilm sono onnipresenti; si formano praticamente su tutte le superfici immerse in ambienti acquosi naturali. Sono coinvolti in una vasta gamma di infezioni microbiche (l'80% di tutte le infezioni). Questi includono carie, malattia parodontale, otite, infezioni muscolo-scheletriche, fascite necrotizzante, infezione delle vie biliari, osteomielite, prostatite batterica, endocardite, fibrosi cistica polmonite e perimplantite.
L'eliminazione regolare del biofilm è fondamentale per la prevenzione e gestione delle malattie orali.

 

Batteri
I batteri sono organismi unicellulari onnipresenti, che appaiono singolarmente o in catene, e sono coinvolti nei processi che portano a malattie infettive.
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La bocca ospita oltre 700 specie batteriche, allo stato libero o aggregate in biofilm.

Solo un piccolo gruppo di 10-15 specie è stato identificato come responsabile della malattia parodontale. La ricerca ha dimostrato che le varie forme cliniche di parodontite sono associate a diversi batteri parodontopatogeni.

I principali agenti patogeni parodontali appartengono alla specie dei Gram negativi, anaerobi facoltativi. I più comuni sono Porphyromonas gingivalis, Prevotella intermedia Fusobacterium nucleatum, Actinobacillus / Aggregatibacter actinomycetemcomitans, Neisseria e Veillonella.

Curette
La Curette è uno strumento manuale utilizzato dal Parodontologo e dall’Igienista dentale per la rimozione del cemento della radice rammollito e del tartaro presente sulla radice del dente.
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La Curette è uno strumento odontoiatrico di forma particolare, curvo e arrotondato, utilizzato dal Parodontologo e dall'Igienista dentale per la rimozione manuale del tartaro e della parte della radice più esterna, il cemento, che si presenta di consistenza rammollita dopo l'attacco batterico.

Questo strumento è costituito da un manico e da un gambo angolato che ne permette l'inserimento nelle sedi sottogengivali più profonde, comunemente definite tasche gengivali. Il gambo ha la parte finale detta lama quindi affilata e tagliente. La dimensione del gambo e della lama dello strumento sono oggigiorno molto piccole ed il loro utilizzo mini invasivo.

La zona della lama della curette in quanto tagliente va periodicamente affilata, per rendere lo strumento sempre efficiente.

La Curette viene utilizzata tanto nelle manovre della cosiddetta terapia parodontale non chirurgica in abbinamento agli scaler e gli strumenti meccanici ultrasonici, quanto nelle terapie chirurgiche, per decontaminare efficacemente la parte più profonda della radice.

Dettaglio di una curette

 

Cemento radicolare
Il termine cemento radicolare definisce quel sottile e duro tessuto che ricopre le radici dei denti. Nel cemento radicolare sono ancorate le fibre del legamento parodontale che uniscono il dente all’osso mascellare o mandibolare.
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Il cemento radicolare non contiene vasi sanguigni o linfatici e non ha innervazione. È composto per il 65% da componente minerale (più dell’osso che invece ne ha il 60%). Esso ha una duplice funzione: ancorare le fibre del legamento parodontale al dente e ricostruire porzioni di radice dentale in caso di danneggiamento. Questo è possibile perché il cemento radicolare possiede cellule definite cementociti.

Il cemento radicolare è un tessuto “vivo” che può andare incontro nel tempo a modificazioni strutturali, in altre parole si può riassorbire o rigenerare, ed è caratterizzato da una continua apposizione nel corso della vita.

Difetto orizzontale
Per difetto orizzontale si intende una omogenea diminuzione del livello osseo di sostegno, generalmente a carico di più denti contigui.
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Il cemento radicolare non contiene vasi sanguigni o linfatici e non ha innervazione. È composto per il 65% da componente minerale (più dell'osso che invece ne ha il 60%). Esso ha una duplice funzione: ancorare le fibre del legamento parodontale al dente e ricostruire porzioni di radice dentale in caso di danneggiamento. Questo è possibile perché il cemento radicolare possiede cellule definite cementociti.

Il cemento radicolare è un tessuto “vivo” che può andare incontro nel tempo a modificazioni strutturali, in altre parole si può riassorbire o rigenerare, ed è caratterizzato da una continua apposizione nel corso della vita.

Durante la malattia può essere infettato e rammollirsi. L'obiettivo della levigatura radicolare è proprio la rimozione di tale cemento. In alcune tecniche chirurgiche rigenerative è possibile rigenerare e ricostituire il cemento perduto.

 

Difetto verticale
Un difetto verticale è un difetto osseo parodontale caratterizzato da una quota di riassorbimento maggiore su un dente rispetto al dente adiacente. All’esame radiografico, il livello osseo si presenta obliquo, con diverse altezze su denti contigui.
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Un difetto verticale è un difetto osseo parodontale caratterizzato da una quota di riassorbimento maggiore su un dente rispetto al dente adiacente. Questo avviene quando denti contigui perdono attacco clinico e osso con velocità e modalità differenti.

Un difetto verticale può infatti presentare 1, 2 o 3 pareti: maggiore è il numero delle pareti, minore è il danno e maggiore è la possibilità di guarigione del difetto.

La diagnosi del tipo di difetto viene fatta dal dentista combinando l'esame clinico all'esame radiografico.

Questo difetto si presta ad un'efficace terapia parodontale chirurgica, generalmente mediante specifiche procedure rigenerative.

 

Difetto osseo parodontale
Un difetto osseo parodontale è un riassorbimento della componente ossea che circonda un dente, determinato da una perdita di attacco dei tessuti parodontali profondi.
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Un difetto osseo parodontale è un'alterazione anatomica della componente ossea che circonda un dente (osso alveolare) e costituisce una delle conseguenze delle malattie gengivali. È spesso associato alla presenza di tasche parodontali.

Anatomicamente e funzionalmente l'osso alveolare è collegato al cemento radicolare del dente mediante legamento parodontale.

Una perdita di attacco tra queste strutture, come tipicamente avviene in caso di parodontite, ne induce un riassorbimento, determinando, a livello osseo, un difetto.

Per poter valutare la morfologia ossea è necessario l'esame clinico, condotto mediante sondaggio parodontale, ed esame radiografico. Tuttavia, sebbene l'osso alveolare proprio in condizioni normali circondi l'elemento dentario a 360 gradi, mediante un esame radiografico standard bidimensionale (radiografia endorale) può essere visualizzata solamente la porzione presente tra due denti adiacenti.

A seconda della morfologia, il difetto viene classificato come difetto osseo orizzontale o difetto osseo verticale.

La presenza di un difetto osseo a carico di uno o più denti espone ad un maggior rischio di perdere nel tempo dei denti stessi, pertanto è opportuno eseguire una diagnosi tempestiva ed un trattamento appropriato mediante terapia parodontale non chirurgica e/o terapia parodontale chirurgica.

Gengiva
Il termine gengiva indica il tessuto molle superficiale che riveste i processi alveolari delle ossa mascellari, in prossimità dei denti. Insieme all'osso alveolare, al cemento radicolare e al legamento parodontale costituisce il parodonto.
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La gengiva è il tessuto facente parte della mucosa del cavo orale e, in particolare, della mucosa masticatoria, che ricopre i processi alveolari fino in prossimità della corona del dente. Questo tessuto è parte integrante del parodonto, quel complesso di tessuti di rivestimento e di supporto del dente (cemento radicolare, legamento parodontale, osso alveolare, gengiva), che proteggono i denti e li collegano alle ossa mascellari.

In condizioni di salute, la gengiva ha un colorito rosa corallo, con un caratteristico aspetto a buccia d'arancia e una superficie tonica ed opaca. Ha un andamento festonato che riflette la morfologia ossea sottostante e segue il decorso della giunzione smalto-cemento, che separa la corona dalla radice del dente. I vertici della festonatura sono posizionati in corrispondenza degli spazi interdentali, dove la gengiva dell'aspetto vestibolare va a congiungersi con quella dell'aspetto palatale o linguale, formando la papilla gengivale.

La gengiva ha continuità dal lato vestibolare con la mucosa di rivestimento del cavo orale, in particolare con quella che ricopre i processi alveolari, detta mucosa alveolare, dalla quale è separata dalla linea muco-gengivale e dalla quale differisce per aspetto, caratteristiche di superficie, colore e mobilità. Sul versante palatale la gengiva continua con la mucosa masticatoria, non mobile, che riveste il palato.

Da un punto di vista anatomico, la gengiva, procedendo dalla corona in direzione della radice del dente, si divide in due parti: la gengiva libera, che è quella più vicina alla corona del dente edelimita il solco gengivale, e la gengiva aderente, che si estende in direzione apicale fino alla mucosa alveolare. La dimensione della gengiva aderente varia da individuo a individuo, da zona a zona della bocca, in funzione dell'età e di particolari caratteristiche anatomiche e funzionali,.

La funzione principale delle gengive è garantire adeguata protezione all'osso di sostegno e alla superficie radicolare dei denti.

Quando le gengive si infiammano a causa di accumulo di placca dentale in condizioni di cattiva igiene orale, il loro aspetto e le loro caratteristiche di superficie cambiano. Diventano, infatti, gonfie, arrossate, lucide in superficie e facili al sanguinamento, sia durante lo spazzolamento, che, in situazioni più avanzate, spontaneo.

L'infiammazione delle gengive viene chiamata gengivite, una condizione che predispone in alcuni casi all'insorgenza di parodontite che è la causa principale di perdita dei denti. Pertanto, è importantissimo mantenere le gengive in salute e non infiammate: l'assenza di infiammazione gengivale è uno dei segni della salute del parodonto.

Le gengive, in alcune situazioni possono ritirarsi, dando origine alle "recessioni gengivali".

 

Igiene Orale
Il legamento parodontale è un complesso sistema di fibre connettivali che si interpone tra la radice del dente e l'osso alveolarepropriamente detto e che serve a sostenere il dente durante la sua funzione.
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L'igiene orale è parte integrante di un corretto stile di vita.

L'igiene orale domiciliare comprende tutte le manovre che ciascuno di noi deve effettuare quotidianamente per rimuovere la placca batterica sopragengivale per mezzo di spazzolini (manuali o elettrici), scovolini e fili interdentali.

Le sedute di igiene orale professionale, effettuate dall'odontoiatra o dall'igienista dentale, hanno lo scopo di istruire il paziente al corretto svolgimento delle manovre di igiene orale domiciliare, motivarlo ad un adeguato stile di vita e alla correzione dei fattori di rischio della malattia parodontale e di rimuovere i depositi di placca e tartaro sopra e sottogengivali. La strumentazione viene effettutata per mezzo di strumenti manuali, sonici, ultrasonici, paste da profilassi e polveri.

Legamento Parodontale
Il legamento parodontale è un complesso sistema di fibre connettivali specializzate che uniscono la radice del dente all’osso alveolare ammortizzando i carichi masticatori a cui il dente è sottoposto.
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Il legamento parodontale è un tessuto ricco di cellule e di fibre connettivali e molto vascolarizzato con importanti funzioni di mantenimento dell'unità strutturale dento-alveolare:

  • funzione meccanica e sensoriale di distribuzione e riassorbimento delle forze esercitate durante il carico masticatorio; è essenziale nella regolazione dei movimenti masticatori e dell'entità delle forze dei muscoli impiegati nell'atto della masticazione.
  • funzione nutritiva e vascolare di apporto ematico sostenuta dai capillari arteriosi e venosi del plesso laterale del legamento parodontale.
  • funzione cellulare di modulazione del processo di guarigione delle ferite profonde parodontali attraverso la selezione di cellule mesenchimali che si differenziano.

Migrazione dentale
Con il termine migrazione dentale si intende uno spostamento del dente dalla sua sede originaria. In alcuni casi la migrazione può avvenire a causa di eventi patologici in seguito ad un’alterazione dei normali rapporti tra i denti e può essere aggravato in caso di parodontite.
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I denti in condizioni normali sono situati uno di fianco all'altro e rimangono tali grazie al contatto che hanno tra di loro, a un'occlusione corretta e all'equilibrio delle forze dei muscoli attorno alla bocca ed alla salute del loro parodonto.

In caso di malattia parodontale i denti possono sventagliarsi.

Il mantenimento dell’integrità e dello stato di salute del supporto parodontale prevengono la migrazione patologica. Nel caso in cui questa sia invece avvenuta, il trattamento parodontale può aiutare il dente a recuperare la posizione iniziale ed è comunque propedeutico ad un eventuale trattamento ortodontico per il riposizionamento del dente.

 

Mucosite
Il termine mucosite perimplantare indica una malattia infiammatoria che colpisce il tessuto molle che circonda l'impianto. È una patologia reversibile causata dalla placca batterica che si deposita attorno all'impianto e provoca l'infiammazione della mucosa circostante..

In assenza di terapia, l'infiammazione che inizialmente interessa solo la mucosa (mucosite appunto), può estendersi fino all'osso attorno all'impianto diventando perimplantite, una patologia irreversibile che può determinare la perdita dell'impianto stesso. Circa due impianti su tre sono affetti da mucosite.

 

Mandibola
È l'osso del cranio che ospita i denti inferiori. Talvolta è detta mascella inferiore, per distinguerla dalla mascella per antonomasia, che contiene i denti superiori. La mandibola è costituita da un corpo e due rami o branche.

 

Mascellare superiore
Anche detto mascella, è l'osso del cranio che ospita i denti superiori.

Osso alveolare
Il termine osso alveolare indica quella porzione delle ossa mascellari all’interno del quale sono posizionati i denti. Insieme alla gengiva, al cemento e al legamento parodontale costituisce il parodonto.
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Con il termine osso alveolare intendiamo il tessuto mineralizzato corticale che riveste l'alveolo ossia la cavità ossea nella quale sono contenuti i denti. Il corpo della mandibola e del mascellare superiore, che costituiscono il cosiddetto osso basale, sono, infatti, muniti di processi, i processi alveolari, all'interno dei quali si trovano delle cavità, chiamate alveoli dentali, che, a loro volta contengono i denti. I denti sono collegati all'osso alveolare dal legamento parodontale, le cui fibre si inseriscono da un lato nella struttura ossea e dall'altro nel cemento radicolare. Queste strutture sono parte integrante del parodonto, cioè quel complesso di tessuti di rivestimento e di supporto del dente (cemento radicolare, legamento parodontale, osso alveolare, gengiva), che proteggono i denti e li collegano alle ossa mascellari.

L'osso alveolare è sottoposto ad un continuo processo di rimodellamento ad opera di cellule proprie dell'osso, dette osteoclasti ed osteoblasti. Il rimodellamento avviene con un ritmo costante e regolare e costituisce la risposta a precisi stimoli e richieste funzionali, che possono determinare, a seconda della loro entità, variazioni nello spessore e nella densità dell'osso alveolare.

In condizioni di patologia, a causa dell' infiammazione dovuta alla parodontite, la “perdita di attacco” che determina la distruzione progressiva delle fibre del legamento parodontale, comporta anche la demineralizzazione prima ed il riassorbimento poi dell'osso alveolare con evidenza radiografica di scomparsa della cosiddetta “lamina dura”.

In caso di perdita di un elemento dentario, l'osso alveolare è destinato a essere riassorbito, con la conseguente scomparsa dell'alveolo del dente. Questo determina spesso una situazione di atrofia, più o meno marcata, sia in senso orizzontale che verticale, dei processi alveolari, che, essendo strutture ossee deputate a contenere gli alveoli dei denti, nel momento in cui gli alveoli non esistono più, tendono a riassorbirsi progressivamente nel tempo, fino quasi a scomparire.

Parodonto
Insieme dei tessuti che sostengono il dente nella sua sede: cemento, legamento parodontale, osso, gengiva.

 

Parodontite
La parodontite è una malattia infiammatoria che colpisce i tessuti attorno al dente (tessuti parodontali), come la gengiva, l’osso ed il legamento parodontale, causandone una perdita progressiva.
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La distruzione del parodonto è irreversibile ma può essere bloccata ed in alcuni casi particolari interventi possono restaurare il tessuto perso. La gengivite precede la parodontite, ma diversamente da quest’ultima non è associata a nessuna perdita di tessuto ed è perciò completamente reversibile se adeguatamente trattata.

La parodontite può colpire soggetti di tutte le età, anche i bambini, ed è molto frequente negli adulti: ne soffre il 50% sopra i 35 anni e il 15% è colpito da una forma grave di malattie. Oltre i 65 anni ne soffre quasi il 70% degli italiani. Può avere una velocità di progressione più o meno rapida ed a seconda del grado di distruzione avvenuto può avere severità da lieve fino a grave (o severa). L’esito finale della parodontite è la perdita dei denti o anche di tutta la dentizione.

Eziologia e sintomatologia:
La parodontite è una malattia ad eziologia batterica ed a patogenesi infiammatoria. È generata da batteri e si evidenzia con tutti i sintomi dell'infiammazione. Segno principale è il sanguinamento delle gengive, presente in un primo momento solo quando le gengive vengono stimolate, poi anche spontaneamente. Segni e sintomi secondari sono: alitosi, mobilità dentaria, ascesso parodontale, essudazione purulenta, recessione gengivale.

Fattori di rischio
Lo sviluppo della parodontite dipende da fattori legati al paziente (es. la suscettibilità genetica del paziente) e fattori ambientali (vale a dire fattori esterni, che si possono modificare). Tra questi ultimi, i più noti sono scarsa igiene orale, fumo, diabete, stress, interventi odontoiatrici sbagliati.

Figura 1. Tessuti di sostegno del dente. I tessuti di sostegno del dente sono: gengiva, legamento parodontale, cemento radicolare, osso alveolare.

Figura 2. Paziente affetto da una forma severa di parodontite
In questa bocca di un paziente affetto da una forma severa di parodontite si notano la presenza di tartaro e le gengive che si sono retratte attorno a diversi denti.

 

Perimplantite
La perimplantite è una patologia caratterizzata dalla progressiva perdita di osso attorno agli impianti associata a infiammazione della gengiva circostante. Una scarsa igiene orale, stili di vita sbagliati (es: fumo), controlli insufficienti delle condizioni di salute del nostro impianto, possono facilitare l’insorgenza di sovra-infezione dei tessuti perimplantari con conseguente sviluppo di perimplantite.
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Considerando la vasta diffusione delle terapie implantari negli ultimi decenni, la perimplantite ha oggi un’alta diffusione.

La periimplantite è preceduta da un’infiammazione superficiale e reversibile detta mucosite. Una mucosite non intercettata precocemente può evolvere in perimplantite. Una perimplantite non trattata nel modo adeguato può portare alla perdita stessa dell’impianto e della protesi sopra di esso posizionata, e in alcuni casi a potenziali danni per il paziente.


Una scarsa igiene orale, stili di vita incongrui (fumo), controlli insufficienti delle condizioni di salute del nostro impianto, possono provocare una sovrainfezione dei tessuti perimplantari con conseguente sviluppo di perimplantite.

Fattori locali che possono provocare lo sviluppo di infezione e infiammazione attorno all'impianto possono essere legati all'allentamento della protesi sopra gli impianti: il riscontro di uno o più di questi sintomi deve spingere a contattare tempestivamente il dentista per un controllo.

Il rischio di sviluppare perimplantite è maggiore in pazienti che hanno sofferto e sono stati trattati per parodontite, ma ancor più in pazienti con parodontite mai curata. Nessuna terapia implantare dovrebbe essere eseguita prima di aver risolto le infezioni già presenti.

Anche il tabagismo è un fattore di rischio importante per lo sviluppo di perimplantite, pertanto, malgrado non rappresenti una controindicazione assoluta al trattamento implantare, sarebbe meglio eliminare o quantomeno ridurre il fumo portando le sigarette consumate sotto la soglia delle 5 sigarette al giorno.

Diversamente da quello che accade attorno ad un dente affetto da malattia parodontale, la perimplantite procede molto più rapidamente a causa delle caratteristiche strutturali ed anatomiche diverse di dente e impianti ed è per questo che una diagnosi precoce è determinante sull’evoluzione della patologia.

Mentre la cura di una mucosite è semplice e rapida, la cura della perimplantite può richiedere tempi lunghi, costi elevati e disagi maggiori. In alcuni casi deve essere necessaria addirittura la rimozione dell’impianto. Ne deriva che la prevenzione della malattia è fondamentale.

 

Parodontite localizzata
Una parodontite che non coinvolge più del 30% dei denti presenti in una bocca.

 

Parodontite generalizzata
Una parodontite che coinvolge più del 30% dei denti presenti in una bocca.

Recessione gengivale
La recessione gengivale consiste nella retrazione del margine gengivale con conseguente scopertura della radice del dente.
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Può essere causata da molteplici fattori, fra i quali i più frequenti sono un ripetuto microtrauma della margine della gengiva (ad es. uno spazzolamento troppo energico o con spazzolini non appropriati), la presenza di placca e tartaro, una malposizione del dente, etc.

La recessione gengivale può causare sgradevoli inestetismi nel sorriso, indurre ipersensibilità dentinale, aumentare il rischio di carie della radice o rendere più difficile la pulizia quotidiana.

Sanguinamento gengivale
Il sanguinamento gengivale è un segno clinico che rivela l’infiammazione delle gengive ed è causato generalmente dall’accumulo di placca batterica sulle superfici di denti.
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Definizione
Il sanguinamento gengivale è un segno clinico spesso associato ad altre manifestazioni a carico delle gengive, come arrossamento e gonfiore.

Può manifestarsi spontaneamente o successivamente ad uno stimolo, per esempio dopo lo spazzolamento dei denti o dopo aver utilizzato il filo interdentale. Il sanguinamento delle gengive si associa sia a Gengivite che a Parodontite.

Nei soggetti di sesso femminile vi sono delle condizioni ormonali fisiologiche (ovulazione, pubertà e gravidanza) che possono aumentare la predisposizione al sanguinamento gengivale. Quando è presente il sanguinamento delle gengive è bene consultare il proprio Odontoiatra o un Parodontologo per una visita di controllo.

 

Sondaggio parodontale
Il Sondaggio parodontale è una manovra clinica essenziale per eseguire la diagnosi delle malattie gengivali. Si esegue con una sonda parodontale millimetrata interponendo la medesima nello spazio esistente tra dente e gengiva.
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Il Sondaggio parodontale è una manovra clinica essenziale per eseguire la diagnosi delle malattie che coinvolgono il Parodonto (struttura di sostegno del dente). Viene eseguita dal Parodontologo o dall'Igienista dentale utilizzando un apposito strumento manuale millimetrato, la sonda parodontale, che viene delicatamente interposto tra dente e gengiva misurando se vi sia stata o meno una perdita dell'attacco che sostiene il dente; lo strumento viene mosso nel solco parodontale misurando in millimetri quanto quest'ultimo si approfondisca.

In una condizione di salute parodontale la sonda si approfondisce all'interno del solco per circa 1-3 mm e a questo valore si dà la denominazione di profondità di sondaggio (PD); quando questo valore risulta aumentato normalmente è perché il solco si è approfondito divenendo una tasca parodontale (PD>3mm).

La variazione della profondità del sondaggio parodontale permette al Dentista di fare diagnosi di Gengivite o di Parodontite; per poter formulare una più completa diagnosi di Parodontite è però necessario acquisire dei dati strumentali radiografici e rilevare ulteriori parametri clinici che il Dentista annota in un'apposita cartella parodontale.

Esempio di sondaggio parodontale

 

Strumenti sonici e ultrasonici
Gli strumenti sonici e ultrasonici sono strumenti meccanici utilizzati per la rimozione di placca batterica e tartaro dalle superfici dentali sopragengivali e sottogengivali.
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Gli strumenti sonici hanno una frequenza di vibrazione generalmente di 7.000 Hz mentre quella degli strumenti ultrasonici (più diffusi) supera i 20.000.

Gli strumenti sonici/ultrasonici sono in grado di rendere una superficie dentale efficacemente pulita e decontaminata.

E' fondamentale che tali strumenti vengano utilizzati in modo mirato e selettivo, solo sui depositi batterici calcificati, per non danneggiare le superfici della corona e radice dell'elemento dentale.

Dopo l’utilizzo degli strumenti sonici/ultrasonici, il dentista o l’igienista dentale possono utilizzare paste, contenti minerali (quali il fluoro) per lucidare e remineralizzare le superfici dentali strumentate.

 

Scovolino
Lo scovolino (o spazzolino interdentale) è uno strumento appositamente ideato per la rimozione della placca battericadagli spazi interdentali.
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È particolarmente efficace negli spazi interdentali sufficientemente ampi per il suo inserimento. In tali situazioni lo scovolino garantisce una capacità di detersione superiore a quella del filo interdentale, con una maggiore facilità di impiego.

Lo scovolino va utilizzato con movimenti ripetuti di va e vieni nella zona interessata e accedendo sia dall'aspetto vestibolare (esterno) che da quello linguale (interno) dello spazio interdentale.

La scelta della misura dello scovolino deve essere adeguata a questo spazio. Lo scovolino deve passare esercitando una certa frizione sulle superfici dentali, per garantirne adeguata detersione. Va sostituito regolarmente.

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