"Anche un solo bullone su una sedia a rotelle messo in modo diverso può ottimizzare i miei tempi, migliorare la giornata e di conseguenza l'intera quotidianità, ad esempio, acquistando dei lacci molto particolari sono riuscito ad allacciarmi le scarpe per la prima volta in vita mia". E' il racconto di Salvatore Cristiano Misasi, che è tornato dopo 5 anni a Dusseldorf per la 'Rehacare Messe', una delle più grandi fiere a livello mondiale, riguardante gli ausili per la disabilità.
"L'adrenalina era a livelli altissimi già i giorni prima della partenza, e giunta la mattina del 15 settembre - spiega in un racconto pubblicato sul mensile 'Bullone' dell'omonima Fondazione non profit - non stavo più nella pelle all'idea di ritornare a Düsseldorf". La città tedesca si è subito dimostrata accogliente nei confronti delle persone con disabilità: "mentre mi dirigevo verso la fermata del bus costeggiando l'intero aeroporto - ricorda - iniziavo a benedire i tedeschi per la loro civiltà nel costruire i marciapiedi. L'autista appena mi vide scese prontamente dal bus e aprì la pedana manuale per farmi salire: dopo qualche minuto giungemmo alla Messe, un complesso di padiglioni dove si svolgono durante l'anno una moltitudine di esposizioni.
All'interno, la moltitudine di disabili si mescolava perfettamente ai numerosi normodotati". Misasi, appena giunto alla fiera, ha notato gag molto simpatiche e insolite, "ad esempio, disabili che sembrano disabili ma poi si rivelano essere espositori che pubblicizzano la propria sedia a rotelle, il proprio propulsore elettrico, che dopo aver finito il loro giro pubblicitario si alzano normalmente come niente fosse, oppure persone che dopo aver provato un ausilio per disabili si divertono come bambini a un parco giochi". Partecipare a quest'evento, osserva Misasi, "significa poter conoscere gli ausili più innovativi presenti sul mercato mondiale: "osservando la meccanica degli altri propulsori elettrici, ho trovato un motore elettrico che si attacca alla mia sedia a rotelle premendo un bottone, molto più semplice di quello che ho attualmente, permettendomi di ridurre notevolmente la tempistica del montaggio e agevolando la mia vita sociale. Una volta usciti dalla fiera, ci siamo diretti nel centro storico di Düsseldorf e contrariamente a quel che si possa pensare, anche la parte vecchia della città era completamente accessibile, gli stessi locali non presentavano alcun tipo di barriera architettonica".
"Secondo il contachilometri del motore che tira la mia sedia a rotelle, in tre giorni - continua - abbiamo percorso all'incirca 30 km e in questa lunga distanza non sono riuscito a trovare, pur cercandolo, un marciapiede fatto male, anche la metropolitana era stata progettata per accogliere in tutta tranquillità le persone con disabilità, mediante ascensori comunicanti tra i due binari, e banchine della stessa altezza della metro che permettevano un accesso immediato e sicuro al treno". "L'idea di poter essere totalmente autonomo in una area urbana così grande - afferma Misasi - annientava la frenesia di movimento che solitamente mi caratterizza. L'ultimo giorno decidemmo di salire su una torre panoramica, grazie a un gelataio che ci indicò un piano sotterraneo dal qualche accedere. L'ascensore divorò i 168 metri e in un battito di ciglia ci portò sul tetto di Düsseldorf: il panorama era bellissimo, da lassù ci sentivamo i padroni del mondo, avrei voluto restare a un passo dal cielo per un tempo illimitato". "Düsseldorf - conclude Misasi - è uno di quei viaggi in grado di turbarti positivamente e negativamente, positivamente perché ciò che vedi durante la fiera può cambiarti concretamente la vita, e negativamente perché ti rendi conto che per avere alcuni servizi devi lasciare il Bel Paese. Chissà, magari in un futuro non troppo lontano tornando in Germania, non troverò più questa disparità di civiltà".
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