Come rende noto l'associazione
Luca Coscioni, la donna nell'agosto 2023 aveva inviato una
richiesta di verifica delle condizioni per accedere alla morte
volontaria assistita alla ASUGI ma, dopo essere stata visitata
dalla commissione medica multidisciplinare a ottobre 2023, non
aveva ricevuto risposta. Dopo una serie di solleciti, la ASUGI
le ha comunicato di "non poter accogliere la richiesta perché
mancherebbe il requisito del trattamento di sostegno vitale".
Dunque, lo scorso mese di febbraio Martina Oppelli, assistita
dal collegio legale della Coscioni, ha diffidato l'azienda
sanitaria affinché procedesse alla immediata rivalutazione delle
sue condizioni di salute. "L'azienda sanitaria ha però negato
questa possibilità sostenendo di non avere alcun obbligo a
rivedere un proprio precedente provvedimento e che tale
richiesta di revisione contrasta con il principio di
'economicità' nella pubblica amministrazione", prosegue
l'associazione. Quindi, Martina Oppelli "ha depositato, tramite
i propri legali, un ricorso d'urgenza per chiedere che la ASUGI
venga condannata alla rivalutazione del requisito del
'trattamento di sostegno vitale' e alla individuazione del
farmaco letale, delle sue quantità e della modalità di
autosomministrazione in modo da poter accedere al suicidio
medicalmente assistito in Italia".
Martina Oppelli è una architetta - professione che continua a
esercitare grazie ai comandi vocali per potersi permettere
l'assistenza continua di cui necessita. La sua diagnosi è
sclerosi multipla secondaria progressiva evoluta con gravissima
limitazione motoria, con dolori e spasmi diffusi poco
controllati dalla terapia che la rendono totalmente dipendente
da terzi per la conduzione di ogni attività".
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