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Giornata mondiale malattie reni, monumenti illuminati

Giornata mondiale malattie reni, monumenti illuminati

Quinta causa morte entro 2040. Iniziative per giornata mondiale

ROMA, 09 marzo 2022, 15:47

Redazione ANSA

ANSACheck

Giornata mondiale per le malattie dei reni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giornata mondiale per le malattie dei reni - RIPRODUZIONE RISERVATA
Giornata mondiale per le malattie dei reni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Screening gratuiti, locandine informative nei Centri dialisi e nelle farmacie, monumenti illuminati. Anche se in modo diverso dal solito a causa della pandemia di Covid, l'Italia si prepara a celebrare, il 10 marzo, la Giornata mondiale del Rene, per diffondere conoscenza sulla malattia renale cronica, condizione poca conosciuta che colpisce circa il 10% della popolazione. A fare il punto sulle iniziative previste, è stata la conferenza stampa organizzata oggi dalla Società italiana di nefrologia (Sin).
    La mortalità correlata alle malattie renali continua ad aumentare ogni anno e si prevede che sarà la quinta principale causa di morte entro il 2040. Ma queste, pur se per essere individuate necessitano semplici esami di urine e creatinina, sono poco conosciute dalla popolazione. Per questo, "nonostante il momento critico dovuto alla pandemia e alle vicende che stanno sconvolgendo il mondo intero, vogliamo porre l'attenzione sulle malattie renali che interessano una vasta parte della popolazione.
    Sono previsti screening in collaborazione con la Caritas, convegni. I monumenti verranno illuminati, domani sera, in molte citta italiane tra cui Padova, Torino, Livorno e Pisa. Mentre il 10 marzo alle 18 l'appuntamento è su Facebook con L'esperto risponde, con i presidenti Sin e Fir a disposizione per rispondere a dubbi e curiosità Si tratta di iniziative - spiega Massimo Morosetti, presidente Fondazione Italiana del Rene (Fir), direttore Uoc Nefrologia dell'Ospedale Giovan Battista Grassi di Roma - che "mirano a sensibilizzare a una maggior consapevolezza sulla diagnosi precoce e su stili di vita che hanno un ruolo di prevenzione".
    Dagli esperti un pensiero va anche alla popolazione ucraina e, in particolare, ai pazienti nefrologici ucraini. "Come società scientifica - ha aggiunto il presidente della Sin, Piergiorgio Messa - ci teniamo a manifestare tutta la nostra solidarietà. I nefrologi italiani danno la loro massima disposizione per andare incontro alle esigenze di questi pazienti che stanno vivendo l'impossibilità di andare in contro alle cure necessarie per il loro sopravvivenza". 

 
 
 
La malattia renale cronica colpisce circa il 10% della popolazione adulta nel mondo e in Italia, i pazienti che ne soffrono in forma media o grave sono quasi 4,5 milioni. Numeri in costante aumento a causa dell'invecchiamento della popolazione e che potrebbero crescere nei prossimi mesi come effetto 'rimbalzo' dopo lo stop subito dalle visite specialistiche durante la pandemia. Eppure, un italiano su 2 ammette di non sapere chi sia lo specialista dei reni (46%). A mettere in luce il gap conoscitivo su questa condizione sono i risultati della survey Bridge the knowledge gap, promossa dalla Società Italiana di Nefrologia, presentati oggi in una conferenza stampa in vista della giornata mondiale del Rene che si celebra il 10 marzo.
Dalla ricerca condotta su un campione di oltre 1000 italiani tra 18 e 70 anni emerge che solo il 13,4% pensa di sapere cos'è la Malattia Renale Cronica, mentre poco meno della metà della popolazione (48.8%) ammette di averla solo sentita nominare. Ben 7 su 10 non hanno mai fatto visite specialistiche per il controllo dei
reni. Pochissimi sanno che questi organi controllano ormoni specifici e che influenzano anche la pressione, così come il fatto che il loro funzionamento può risentire dell'utilizzo di alcuni farmaci. Solo il 38% sa che a curarli è il nefrologo, mentre moltissimi confondono questa figura con l'urologo. Veri e propri vuoti di conoscenze riguardano i giovani mentre non ci sono diversità tra regioni del nord e del sud. Questi dati, spiega Piergiorgio Messa, presidente Sin e professore ordinario di Nefrologia all'Università degli Studi di Milano, sono "in linea con quello del ritardo diagnostico che si registra per la malattia renale cronica, per cui è evidente che ci si preoccupa della salute dei reni non in un'ottica di prevenzione o di intervento precoce, ma quando ormai la malattia è in uno stadio avanzato tale da richiedere la dialisi o il trapianto. Le malattie renali danno raramente segnali riconoscibili, e per questo vengono spesso scoperte per caso, in fase ormai avanzata, in occasione di esami svolti per altri motivi".


   

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