Più di 200 strutture sanitarie
dell'Ucraina si sono trovate lungo le linee di conflitto o in
aree di controllo modificate nel corso della prima settimana di
conflitto con la Russia. Lo riferisce l'Organizzazione Mondiale
della Sanità (Oms) nel primo bollettino elaborato per fare il
punto sulla situazione sanitaria in Ucraina.
L'Oms evidenzia come la possibilità di offrire assistenza ai
malati e ai feriti in Ucraina sia diventata molto difficile. In
certe aree "si rischia l'interruzione dei servizi sanitari". Ci
sono segnalazioni, "alcune già verificate", di strutture
sanitarie "danneggiate o distrutte".
Almeno tre importanti impianti di ossigeno sono stati chiusi
e le forniture sono "pericolosamente basse"; questo "ostacola il
trattamento di una serie di condizioni, incluso il Covid-19".
Raggiungere le strutture sanitarie è difficile, a causa degli
attacchi armati, dei danni alle strade e ai mezzi di trasporto,
della mancanza di carburante e delle difficoltà di spostamento
nelle zone dove c'è la presenza di militari. Ci sono "molti
insediamenti isolati, che non hanno farmacie o centri medici".
Le catene di approvvigionamento di farmaci, forniture mediche e
altri beni sono state interrotte e, spiega l'Oms, "vengono già
segnalati problemi legati alla scarsità di medicinali salvavita
ed essenziali, come ossigeno e insulina, dispositivi di
protezione individuale, forniture chirurgiche, anestetici ed
emoderivati". Inoltre, ci si prepara a una grave carenza di
personale sanitario, "sia per questioni di sicurezza che per gli
spostamenti, all'interno del Paese o nei Paesi vicini".
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