Le donne e i più giovani sono tra le
categorie maggiormente colpite nel benessere psicologico a causa
della pandemia, in particolare in Europa e specialmente in
Italia (48% nel nostro Paese, 33% globale). Per gli italiani la
pandemia è una delle variabili che ha influito maggiormente
sulla salute mentale, seconda solo all'economia e
all'occupazione. Tuttavia manifestano un buon livello di
ottimismo per il futuro e adottano un approccio positivo per
superare le difficoltà (63% campione Italia, 55% media globale).
E' quanto emerge dall'edizione 2022 dello studio "Being
Mind-Healthy", report sulla salute mentale e il benessere
presentato da AXA e condotto da Ipsos su un campione di 11.000
persone a livello globale. Nel nostro Paese il 78% dei
rispondenti (contro il 38% della media degli altri Paesi)
dichiara di aver perso l'accesso ai servizi di assistenza per
l'infanzia e alla scuola in presenza. Gli uomini invece
manifestano un miglior stato di benessere mentale, legato anche
a una maggiore sicurezza del lavoro e del reddito. I settori
infatti più duramente colpiti dalla pandemia sono quelli che
vedono un maggiore impiego femminile, come scuole, sanità e
ospitalità. Persiste, tuttavia, un forte stigma sull'argomento
salute mentale: gli italiani tendono a non parlarne con i figli
e sono tra i meno propensi, in Europa, a cercare sostegno da
familiari e amici in caso di disagio mentale. Un dato riassume
il problema: l'Italia è l'unico Paese europeo dove il numero
delle persone che hanno fatto autodiagnosi è superiore rispetto
a quello di chi si è rivolto a uno specialista. Inoltre in
Italia solo il 24% degli intervistati ritiene che il sistema
sanitario pubblico fornisca un supporto adeguato, e solo il 31%
ritiene che il proprio datore di lavoro dia sostegno ai propri
collaboratori quando si tratta di salute mentale. Emerge
globalmente, sottolinea Axa, la prioritizzazione della salute
mentale e l'urgenza di aumentare la consapevolezza per le
soluzioni preventive.
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