Non tutti le persone rispondono
allo stesso modo ai trattamenti farmacologici e la ragione è nel
Dna. Un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall'Iit ha
individuato una variazione genetica che influisce sull'efficacia
dei farmaci antipsicotici in pazienti con schizofrenia: è il
gene Dysbindin e i pazienti che rispondono in modo adeguato agli
psicofarmaci più comuni sono i portatori di una sua variazione.
La scoperta è stata realizzata grazie allo studio di un campione
di pazienti con schizofrenia in età adulta, di adolescenti ai
primi esordi e dell'analisi di tessuti cerebrali post-mortem
coinvolgendo istituti clinici come la Fondazione Irccs S.Lucia e
l'ospedale Bambino Gesù di Roma, Johns Hopkins University e
National Institute of Mental Health (Usa). La ricerca permetterà
di definire trattamenti farmacologici personalizzati in ambito
psichiatrico con particolare attenzione verso i disturbi
cognitivi. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications
e è stato coordinato da Francesco Papaleo, responsabile del
laboratorio di Genetics of Cognition dell'Iit a Genova, con il
sostegno della Compagnia di San Paolo.
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