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Tumori: migliori cure aumentano vita, ma più problemi salute

Tumori: migliori cure aumentano vita, ma più problemi salute

Dopo cancro da bimbi, da adulti maggiori rischi psicofisici

ROMA, 08 novembre 2016, 15:03

Redazione ANSA

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Tumori: migliori cure aumentano vita, ma più problemi salute - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tumori: migliori cure aumentano vita, ma più problemi salute - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tumori: migliori cure aumentano vita, ma più problemi salute - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - Grazie ai progressi nelle cure chi ha un tumore in età infantile vive più a lungo, ma in età adulta riporta più problemi di salute rispetto a chi ha avuto terapie più obsolete. Lo ha scoperto uno studio pubblicato dalla rivista Annals of Internal Medicine del St. Jude Children's Research Hospital di Memphis, Tennessee.

    I ricercatori hanno esaminato i dati di 14mila persone tra i 18 e i 48 anni che avevano avuto dei tumori pediatrici dagli anni '70 fino al 1999, verificando il loro stato di salute. Ai partecipanti, che erano tutti ad almeno cinque anni dalla diagnosi, è stato chiesto di descrivere il proprio stato psicofisico, compresi eventuali problemi psicologici come l'ansia. Nel periodo studiato, precisano gli autori, si è passati a radioterapie con quantità di radiazioni erogate sempre minori, e a chemioterapie con dosi meno elevate e molecole più mirate per ogni tumore, fattori che in teoria dovevano diminuire gli effetti collaterali anche a lungo termine.

Dallo studio è emerso che le persone trattate negli anni '90 avevano una vita media più lunga e un rischio di disabilità gravi o malattie potenzialmente passati ridotto, il 21% rispetto al 33%, come ci si aspettava. Riguardo però ad altri aspetti, le persone curate con metodi più obsoleti riportavano una cattiva salute generale nell'11,2% dei casi, mentre quelle curate dopo nel 13,7%. Anche il tasso di ansia risulta cresciuto, dal 13,3% al 15%. L'effetto potrebbe essere dovuto più a una maggiore consapevolezza, sottolineano gli autori.

"I sopravvissuti curati in era più recente - scrivono - potrebbero aver accesso a un follow up più organizzato rispetto agli effetti a lungo termine dei trattamenti, e quindi essere più propensi a riportare o ad anticipare eventuali effetti avversi".

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