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Quel bacio di Aiuti che fece la differenza nella lotta allo stigma dell'Aids

Quel bacio di Aiuti che fece la differenza nella lotta allo stigma dell'Aids

Iardino: "Lo abbiamo fatto perché sembrava che le parole non servissero più"

01 dicembre 2021, 15:31

Redazione ANSA

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La foto storica del 1991 che ritrae l 'immunologo Ferdinando Aiuti mentre bacia una donna sieropositiva per combattere lo stigma contro le persone con Hiv. - RIPRODUZIONE RISERVATA

La foto storica del 1991 che ritrae l 'immunologo Ferdinando Aiuti mentre bacia una donna sieropositiva per combattere lo stigma contro le persone con Hiv. - RIPRODUZIONE RISERVATA
La foto storica del 1991 che ritrae l 'immunologo Ferdinando Aiuti mentre bacia una donna sieropositiva per combattere lo stigma contro le persone con Hiv. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il bacio storico di Fernando Aiuti, pioniere della lotta contro l'Hiv, sulla bocca di una donna sieropositiva,  Rosaria Iardino, nel 1991, è diventata un simbolo nella lotta contro lo stigma verso chi è affetto da Aids. Quel bacio di 28 anni fa ha "fatto la differenza" nella lotta contro l'Aids in Italia, per Rosaria Iardino, che lo ha raccontato, intervistata dall'ANSA alla morte dell'immunologo, nel 2019, come stato una sorta di spartiacque in un'epoca in cui le discriminazioni delle persone sieropositive erano all'ordine del giorno in Italia.

"Quel bacio è stato sicuramente l'atto più eclatante, ma Fernando è ha fatto molto altro oltre a quel bacio", ha detto Iardino.  Quello che tutti videro il primo dicembre 1991 a Cagliari, nel pieno del convegno per la Giornata mondiale per la lotta contro l'Aids, è che Aiuti si alzò, scese dal palco e andò incontro a una giovane sieropositiva prendendola fra le braccia a baciandola sulla bocca.

"Avevamo deciso di darci quel bacio la sera prima - prosegue - perché eravamo ormai molto scoraggiati, sembrava che non servissero più né le parole né gli articoli scientifici". Da settimane, infatti, si discuteva se il bacio profondo fosse o meno un veicolo di contagio del virus Hiv e quel bacio mise a tacere come una doccia fredda quelle fake news di tanti anni fa.

"E' servito tantissimo. Non immaginavamo che avrebbe fatto tanto scalpore e quanto quella foto riuscisse a girare nel mondo", osserva. "Lo avevamo fatto pensando all'Italia, ma arrivarono giornali anche dal Giappone. Il nostro messaggio - dice emozionandosi ancora - era rivolto alle persone l'Hiv perché allora lo stigma uccideva molto più dell'infezione. La gente moriva prima di morire". 

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