L'incendio di un traliccio elettrico rivendicato da un gruppuscolo di estrema sinistra a sud di Berlino ha bloccato l'unica fabbrica europea di Tesla. Elon Musk, il cofondatore e amministratore delegato della casa americana di vetture elettriche, ha definito gli attentatori come gli "eco-terroristi più stupidi sulla Terra" ma intanto la sua "Gygafactory" resterà ferma per almeno tutta la settimana, con perdite per centinaia di milioni di euro. L'incendio del traliccio, situato nella zona di Gosen-Neu Zitta, è divampato poco dopo le cinque di mattina causando un blackout in un'ampia zona tra cui quella di Grünheide, sede della fabbrica che ha dovuto cessare l'attività e mandare o tenere a casa gli oltre 12 mila operai. Il direttore dello stabilimento, André Thierig, ha detto che "al momento non prevediamo di poter riavviare la produzione questa settimana". Solo oggi è saltata la costruzione di oltre mille auto. Il gruppo cui viene attribuito l'attentato si chiama "Vulkan" che, in una rivendicazione, ha accusato la casa automobilstica di "condizioni estreme di sfruttamento" di persone e risorse, soprattutto idriche. Auspicando la "completa distruzione della Gigafactory", gli eco-terroristi sostengono che Tesla "divora terra, risorse, persone e manodopera e sputa fuori 6.000 Suv, macchine assassine, alla settimana". Il nome del gruppo (Vulkangruppe) era già emerso in passato per diversi attentati incendiari a Berlino e uno compiuto nel 2021 proprio contro il cantiere dello stabilimento Tesla, attivo dall'anno dopo. "Questi o sono gli eco-terroristi più stupidi sulla Terra o sono burattini di coloro che non hanno buoni obiettivi ambientali", ha scritto Musk sulla sua piattaforma X notando che "interrompere la produzione di veicoli elettrici", piuttosto che di quelli "a combustibile fossile, è estremamente stupido". Tesla aveva già dovuto interrompere la produzione per poco meno di due settimane quest'anno a causa della penuria di componenti creata dagli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso. In un referendum comunale, inoltre, la popolazione di Grünheide si è pronunciata contro un progetto di espansione dell'impianto a causa di un necessario disboscamento. Da giovedì scorso una novantina di attivisti ambientali vivono e dormono su alberi per impedire che vengano tagliati, ma hanno preso le distanze dall'attentato contro la fabbrica che produce attualmente 250 mila auto l'anno e vuole aumentare a un milione l'obbiettivo di produzione.
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