La procura di Torino ha chiesto
l'archiviazione di un fascicolo, aperto nel 2020, che riguarda
automobili prodotte da Fca. Sotto la lente i dispositivi di
controllo del motore che, secondo una prima ipotesi, alteravano
le emissioni rilevabili in sede di omologazione. L'inchiesta
era stata attivata quando, su indicazione di Eurojust, la
procura di Francoforte, in Germania, dove era in corso un
procedimento analogo, aveva chiesto ai magistrati del capoluogo
piemontese di svolgere una serie di attività, culminate in una
visita della guardia di finanza a Mirafiori, al Lingotto e al
Centro ricerche di Orbassano (Torino). L'ipotesi era che i
motori fossero provvisti di un software capace di ridurre
artificiosamente le emissioni, quindi, in fase di collaudo, di
rientrare nei limiti imposti da Bruxelles. In seguito la
procura subalpina aveva chiesto a quella di Francoforte, con un
ordine di investigazione europeo, una serie di informazioni. Dai
magistrati tedeschi, però, non sono arrivati elementi utili per
proseguire le indagini ed eventualmente per sostenere un'accusa.
Il consulente tecnico dei pm torinesi aveva concluso, alla luce
di una serie di accertamenti, che in certi casi le emissioni
superavano i limiti consentiti, ma che non era possibile
stabilire se la causa fosse da attribuire a una modifica
dell'apparecchiatura o circostanze legate all'utilizzo della
singola vettura (modalità di guida, condizioni meteo e altro).
Il fascicolo torinese, aperto per frode in commercio, era
rimasto senza indagati.
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