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Cresce il mercato auto in Europa, +16% ad aprile

Cresce il mercato auto in Europa, +16% ad aprile

Nei quattro mesi del 2023 l'aumento è del 17,2%

TORINO, 17 maggio 2023, 16:56

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Il mercato dell'auto dell'Europa occidentale (Ue+Efta+Regno Unito) continua a registrare un andamento positivo. In aprile - secondo i dati dell'Acea, l'associazione dei costruttori europei - sono state immatricolate 964.932 auto con una crescita del 16,1% sullo stesso mese del 2022. Il consuntivo dei primi quattro mesi si chiude invece con 4.201.918 immatricolazioni e una crescita del 17,2% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Il gruppo Stellantis ha immatricolato nel mese di aprile in Europa Occidentale (Europa, Efta e Regno Unito) 169.022 auto, l'8,2% in più dello stesso mese dell'anno scorso. La quota di mercato è pari al 17,5% a fronte del 18,8%. Nei primi quattro mesi dell'anno il gruppo ha venduto 744.205 auto, con una crescita del 9,4% sullo stesso periodo del 2022. La quota scende dal 19% al 17,7%.

I dati sul mercato auto europeo "confermano l'andamento favorevole delineatosi da agosto per effetto di una maggiore disponibilità di auto grazie al miglioramento delle forniture di componenti essenziali per la produzione di auto". Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. "Nonostante la ripresa in atto - sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente Centro Studi Promotor - le vendite nell'Europa Occidentale sono ancora molto lontane dai livelli ante-crisi. Le immatricolazioni del primo quadrimestre sono in calo del 23,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, cioè alla situazione precedente la crisi da coronavirus. Per tornare alla normalità, è necessario superare anche gli altri fattori di freno, in particolare l'impatto psicologico e concreto della guerra in Ucraina e la ricomparsa dell'inflazione che ha inciso pure sui prezzi di listino delle auto. Sta inoltre emergendo in molti dei principali paesi, e anche in Italia, un nuovo elemento di preoccupazione.

La ripresa in atto interessa soprattutto gli acquisti delle aziende piuttosto che quelli dei privati. Per quanto riguarda l'Italia nel primo quadrimestre, rispetto allo stesso periodo del 2022, le immatricolazioni a privati sono aumentate dell'11,3%, mentre il resto del mercato è cresciuto del 46,5%. Il quadro è analogo negli altri maggiori mercati dell'Europa Occidentale. E una delle ragioni viene indicata nell'incertezza nella scelta di una nuova auto legata alla prospettiva della transizione energetica che induce molti privati a rimandare acquisti già maturi. Tra i cinque maggiori mercati europei - osserva Quagliano - quello che ha la quota dell'elettrico più alta nel quadrimestre è proprio il Regno Unito con il 15,4%, seguito dalla Francia con il 14,8%, dalla Germania con il 14,3%, dalla Spagna con il 4,5% e dall'Italia con un misero 3,7% che, nel contesto dell'Europa Occidentale, fa si che peggio dell'Italia facciano solo Croazia, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia". 

"Lo stallo dell'Italia nella quota di auto 'con la spina', rispetto agli altri maggiori mercati europei, dimostra che la transizione energetica non decolla. È necessario che il Governo intervenga velocemente per invertire il trend. Noi di Unrae siamo pronti a collaborare per il bene della nostra industria e per il ruolo che deve rivestire il nostro mercato". Lo afferma Andrea Cardinali, direttore generale dell'Unrae, l'associazione che rappresenta le case estere in Italia. Cardinali ribadisce quindi le proposte per garantire al nostro Paese uno sviluppo della mobilità a zero o bassissime emissioni: revisione dell'impianto fiscale per le auto aziendali in uso promiscuo, modulando la detraibilità Iva e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2, con una parallela riduzione del periodo di ammortamento a tre anni; riformulazione degli incentivi all'acquisto di autovetture a basse emissioni, innalzando i tetti di prezzo ed includendo tutte le persone giuridiche con bonus a importo pieno: pianificazione e supporto per una rapida riconversione industriale dell'intera filiera automotive, come ormai richiesto a gran voce da imprese e sindacati, per riportare il nostro Paese a essere un riferimento a livello europeo, elaborazione di una politica infrastrutturale ad ampio raggio e di orizzonte lungo, inclusa quella per il rifornimento di idrogeno, in linea con la nuova Direttiva Afir, che impedisca il crearsi di nuovi divari geografici all'interno del Paese e vada anzi a sanare quelli già esistenti.

Nonostante il miglioramento registrato su base annua, sia nel mese che nel primo quadrimestre, i volumi raggiunti complessivamente dal mercato europeo dell'auto a gennaio-aprile 2023 "risultano ancora lontani da quelli pre-pandemia, con circa 1,3 milioni di unità immatricolate in meno". E' quanto afferma il presidente dell'Anfia Paolo Scudieri commentando i dati diffusi oggi e sottolineando che "anche ad aprile 2023 il mercato auto europeo si mantiene in rialzo a doppia cifra (+16,1%), beneficiando ancora una volta del confronto con il forte ribasso di aprile 2022 (-20,2%), che si scontrava con il prosieguo delle difficoltà nella gestione delle supply chain". Tutti e cinque i major market (incluso Uk) - prosegue Scudieri - si mantengono in crescita ad aprile: +29,2% Italia e +21,9% Francia, che registrano i risultati più significativi, seguiti da Germania (+12,6%), Regno Unito (+11,6%) e Spagna (+8,2%). Sempre nel mese - dice ancora il presidente di Anfia - prosegue il trend positivo sia per le vetture elettriche (BEV) che per le ibride tradizionali (HEV): +49,2% per le prime, con una quota di mercato del 13,1%, e +19,5% per le seconde (25,5% di quota); in calo, invece, le immatricolazioni delle ibride plug-in (PHEV) a -2,4% e 7,3% di quota. Guardando all'Italia, le BEV crescono del 31,4% - con una quota del 3,2%, la più bassa tra i cinque major market - mentre le HEV crescono del 28,3% (34,8% di quota) con 43.744 unità immatricolate e le PHEV si fermano al 4,7% di quota (+10,8%). Per spingere una più ampia diffusione delle vetture green e, soprattutto, delle auto elettriche, si rende più che mai necessario accelerare la transizione energetica e lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica su tutto il territorio europeo. Per l'Italia - conclude - si tratta di recuperare il gap rispetto agli altri principali Paesi, incrementando il sostegno agli investimenti produttivi e alle attività di R&I nelle nuove tecnologie della mobilità - tra cui il rafforzamento di competenze sulla value chain delle batterie - anche attuando una politica nazionale di attrazione degli investimenti esteri. Sul fronte specifico della domanda, nel nostro Paese serve al più presto una revisione delle politiche di incentivazione all'acquisto e fiscali, sia per i privati che per le flotte.

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