Otto anni senza Prince ma lo spirito del genio di Minneapolis è più che mai vivo a Paisley Park, la casa studio di registrazione a Chanhassen in Minnesota dove lui si rifugiava e perfezionava le sue straordinarie doti di artista.
Paisley Park, dove Prince è scomparso tragicamente il 21 aprile del 2016 a 58 anni, era il suo magnifico mondo 'purple'.
Nel luogo che può essere considerato come una Abbey Road per lui, bastava che ondeggiasse la sua metaforica bacchetta musicale e i risultati erano semplicemente magici. Qui componeva melodie, scriveva canzoni, suonava strumenti, ben 27, mixava album, faceva audizioni, faceva le prove per le sue tournée, organizzava feste.
'Paisley Park is in your heart', cantava nel brano Paisley Park contenuto nell'album, 'Around the World in a Day'. La casa santuario fu costruita nel 1987 anche se fu concepita nel 1983 durante le riprese del film 'Purple Rain'. Quest'anno ricorre anche il 40/o anniversario sia del film che dell'omonimo album.
Inizialmente Paisley Park doveva essere uno studio di registrazione multi milionario con uno scopo puramente commerciale. Madonna, R.E.M. e Stevie Wonder sono tra gli artisti che hanno inciso qui la loro musica. Ma alla fine degli anni '90 Prince cominciò a trasformarlo nel suo regno, un luogo dove poteva rifugiarsi, lontano da ogni giudizio o interferenza e dove lui aveva il pieno controllo. Qui produsse decine album, a Paisley Park Prince era in grado di creare e produrre musica ogni singolo giorno.
Paisley Park è stato aperto al pubblico nell'ottobre del 2016, pochi mesi dopo la sua morte. Come quando era ancora in vita Prince, chiunque entra ha l'obbligo di sigillare in una borsetta qualsiasi dispositivo elettronico. E' proibito fare video o scattare foto. Visto dall'esterno, il compound sembra una struttura industriale, all'interno è inconfondibilmente Prince. La zona in cui risiedeva è off limits ed è al piano superiore. L'ingresso al piano terra ricorda un tipico diner americano degli anni '50. Le pareti sono dipinte per assomigliare a cieli blu sotto ai quali si dispongono divani e poltrone nell'inconfondibile colore viola. Dall'atrio si snoda un percorso che porta il visitatore attraverso diverse stanze in cui, tra le altre cose, è ben visibile tutta la storia musicale e artistica del genio di Minneapolis. Appesi alle pareti dischi d'oro e di platino, c'è la sua piccola scrivania con la minuscola sedia in cui si sedeva, ci sono diversi studi di registrazione, una sala prove per la danza, gli archivi digitali, alcuni dei quali contengono materiale mai mostrato al pubblico, decine di strumenti musicali, il suo guardaroba, le centinai di scarpe fatte rigorosamente su misura, la motocicletta usata in Purple Rain, una hall decorata dallo stesso artista con poster e foto che raccontano anno dopo anno la sua carriera.
Alla fine del percorso c'è una concert hall con un palcoscenico. Sullo sfondo a ripetizione video delle sue performance più memorabili, compresa quella durante lo show dell'halftime (lo spettacolo dell'intervallo) al Superbowl del 2007.
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