DI AGNESE MALATESTA
La "fressada", coperta dell'artigianato sardo, come simbolo di convivenza fra diversi. I tanti colori e i tanti tessuti di cui si compone questo antico manufatto, lavorato al telaio, diventano esempio di bellezza che esalta contrasti e complessità. Gli intrecci di lane e straccetti, dalle più disparate forme e dimensioni poi assemblate fra loro, creano affascinanti armonie e richiamano alla possibile coesistenza fra diversità: modello ispiratore del vivere fra uomini e donne.
Questa coperta multicolore è stata esposta nei giorni scorsi dai balconi e dalle finestre degli abitanti di Berchidda, paese della Gallura, in occasione del 35/a edizione del Festival Internazionale "Time in Jazz", creatura del trombettista Paolo Fresu che in questo paese è nato. Una manifestazione, che si è conclusa lo scorso 16 agosto, titolata "Rainbow", e dedicata appunto nell'edizione 2022 alla diversità, quale ricchezza per la pace e la fratellanza.
Un evento musicale che richiama ogni anno migliaia di persone e che propone non solo concerti di artisti internazionali di alto livello ma un'esperienza umana che, partendo dalla musica, permette nei numerosi incontri e momenti di confronto - a cominciare dall'attenzione ai bambini ("Time to children") - la condivisione di un'idea di comunità accogliente. Quest'anno, per la prima volta da quando è nato il Festival, gli abitanti di Berchidda sono stati invitati ad esporre la fressada quale simbolo di accettazione dell'altro, di inclusione sociale.
Un invito che ha raccolto un diffuso consenso. "Le strisce di tessuto, abbinate in perfetta armonia nella tessitura finale - ha detto lo stesso Fresu al pubblico del Festival - evocano l'armonia creata dalle diversità geografiche, culturali, sociali, economiche, razziali, sessuali, di genere, di abilità, di gusti, di pensieri e di attitudini che quando si fondono insieme creano bellezza".
"Sa fressada" veniva tessuta a telaio riutilizzando parti di vestiario dismesso (s'istrazzina); le parti del tessuto venivano tagliate in strisce (ziras) e arrotolate in gomitoli. Questa coperta, che faceva parte del corredo della sposa, veniva utilizzata sia come coperta che per livellare il letto. Intorno a "sa fressada" si sono intessute anche delle vere e proprie storie. Come quella di "Maria Fressada" che impersonava una donna cattiva, col viso e col corpo nascosto dalla coperta, che veniva evocata dagli adulti per incutere paura ai bambini quando si voleva trattenere a lungo nelle strade specialmente durante la stagione estiva.
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