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Bellocchio, 'il mostro di oggi sono le fake news'

Bellocchio, 'il mostro di oggi sono le fake news'

"Mai stato un nostalgico, avanti con il progetto su Tortora"

CANNES, 23 maggio 2024, 15:01

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Bellocchio è tornato al festival di Cannes. Dopo i recenti Palma d'oro onoraria e concorso con Rapito, è l'anno del restauro di un suo film del 1972, Sbatti il mostro in prima pagina con Gian Maria Volonté direttore di giornale, una storiaccia tra cronaca nera e politica con al centro la corruzione della stampa e la manipolazione delle notizie ai fini elettorali. C'è attualità? "Ho percepito grande interesse su questo film, mi hanno stupito i giovani spettatori ammirati dalla storia, lo criticavo di più in passato, sarebbe autolesionista farlo ora, ma sono sincero, non mi ha messo in crisi - dice all'ANSA - era la realtà di quegli anni, quei complotti cui credevamo come per la morte di Giangiacomo Feltrinelli per opera dei servizi segreti. Il disastro di oggi - prosegue - mi sembrano le fake news, mi colpisce anche l'impunità degli hater che insultano dicendo cose orribili, non dimostrate. So che c'è un progetto di bavaglio alla stampa sul tema delle intercettazioni, con la scusa della privacy, ma non sono sufficientemente preparato per dire se sia un attacco alla libertà di stampa".

Bellocchio non ha voglia di "fare provocazioni. Ho già avuto incidenti con la destra. L'età - aggiunge il regista di Bobbio - mi suggerisce di dire cose solo quando le sai bene". Su una cosa è certo: "appartiene al passato e a 84 anni bisogna pensare al presente. Non sono mai stato un nostalgico, non comincerò adesso. Sto preparando, mancano alcuni tasselli e spero di girare presto la serie Portobello su Enzo Tortora. Io vorrei fare cinema, ma la storia di Tortora non è contenibile in un film". E intanto è di qualche giorno fa la notizia che I Pugni in Tasca, il suo film d'esordio, manifesto anticipatore del Sessantotto avrà un remake, Rosebushpruning, con Kristen Stewart e Josh O'Connor con la regia del brasiliano di Karim Aïnouz (tra l'altro in concorso a Cannes con Motel Destino).

Poi cita la figlia che lo ha rimproverato di non fare mai film sulle donne, "non è così, amo le donne ma mi sembra ci sia una dimensione politica dura ora, specie in Francia, povero Depardieu, mi pare una esagerazione quanto gli sta accadendo ma non so, non voglio giudicare. Io sulle donne ho fatto Vincere con Giovanna Mezzogiorno sull'amante di Mussolini Ida Dalser ma non è stato fortunato, avevo un progetto su madame Curie ma lo stanno facendo altri, ho un progetto che mi affascina molto su Maria Josè di Savoia, regina di maggio, con un marito pederasta come diceva con il linguaggio di allora Pietro Nenni, ribelle e ubbidiente al tempo stesso, ma finora non ha trovato interesse".

Il Marco Bellocchio di oggi, che si tiene lontano dalle provocazioni, parla anche di Ignazio La Russa, che da giovane leader del Fronte della Gioventù negli anni caldissimi di Milano inizio anni '70 apre Sbatti il mostro in prima pagina, restaurato dalla Cineteca di Bologna. "Al di sopra delle fazioni, dei partiti, delle divisioni, dell'ormai superato fascismo e antifascismo per dire sì alla libertà nell'ordine, è possibile battere il comunismo, i nemici dell'Italia e insieme lo faremo" arringava da un palco il futuro presidente del Senato. "Il tempo passa, ora La Russa è la seconda carica dello Stato, non solo i terroristi diventano pompieri, o i garibaldini conservatori. Seppure fosse rimasto un nostalgico che conserva le statuette di Mussolini in casa, è un politico democratico senza retropensieri, non lo vedo a sovvertire, anzi piuttosto mi sembra impegnato a difendere questa stabilità governata dalla destra", conclude.
   

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