Il cambiamento climatico c'è, ne notiamo gli effetti a tutte le latitudini tra siccità, alluvioni, eventi estremi di ogni tipo, ma oltre l'allarme per le catastrofi sempre più gravi e il fabbisogno sempre maggiore di elettricità ed energia in generale, qual è la soluzione? Il nuovo lavoro di Oliver Stone, NUCLEAR, in prima mondiale Fuori Concorso a Venezia 79, provoca, mette insieme dati, immagini spettacolari, interviste e scrive la ricetta anche se controcorrente. Puntare all'energia nucleare, costruire nuovi reattori anziché abbatterli è l'unica soluzione possibile per sostituire i combustibili fossili, dal momento che l'energia green 'pulita' non risolve, è appena al 10%.
"C'è stato, a partire dagli anni'70, un grande inganno - ha detto Stone al Lido - il movimento antinucleare, finanziato in parte dalla Arco, il grande gruppo petrolifero, ha convinto governi, media, opinione pubblica che il nucleare era negativo, tossico, pericoloso. Ci hanno confuso tra armi nucleari come la bomba atomica e l'energia nucleare". Stone, che ha impiegato due anni per realizzare il docu, era partito a sua volta dal film Oscar Una seconda verità di Al Gore, nel 2006, che raccontava il cambiamento climatico in arrivo, quando la maggior parte ancora lo negava. "Si è rivelato ben peggio delle previsioni, quest'anno ad esempio facciamo i conti con inondazioni terrificanti in Pakistan e la siccità spaventosa in Europa. Mi preoccupo del futuro della terra, voglio che i miei figli si salvino".
Il documentario, scritto con il professore del Mit Joshua S.
Goldstein, presente all'incontro, è sorprendente: anche quando afferma con dati e interviste che il disastro di Chernobyl, 50 vittime accertate e qualche migliaio di morti per cancro, è stato meno grave di quello che tutti pensano e che le vittime di Fukushima sono state causate da uno tsunami senza pari abbattutosi sul reattore nucleare, mentre "le disgrazie dell'industria, l'inquinamento cui siamo sottoposti ne fa ben di più di morti".
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