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Ben Affleck, dal Medioevo una storia femminista

Ben Affleck, dal Medioevo una storia femminista

Damon, Driver e Jodie Comer nel kolossal The Last Duel di Scott

VENEZIA, 10 settembre 2021, 17:37

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

78th Venice Film Festival - RIPRODUZIONE RISERVATA

78th Venice Film Festival - RIPRODUZIONE RISERVATA
78th Venice Film Festival - RIPRODUZIONE RISERVATA

Di armi e di eroi, di cavalieri e scudieri, di battaglie e di danze, la Guerra dei Cento Anni e i feudi francesi, l'epoca della cavalleria francese torna al cinema con un kolossal visivamente potente con scenografie, duelli, costumi che sono una gioia per gli occhi: The Last Duel di Ridley Scott, Fuori Concorso a Venezia 78 (in sala con Disney dal 14 ottobre), non è però solo un classico film epico medievale, ma molto di più. Scritto, interpretato e prodotto da Matt Damon e Ben Affleck (e altri), tratto dal romanzo di Eric Jager del 2004, racconta una storia vera ma non a caso diventa film oggi. Al centro c'è la vicenda di Marguerite de Carrouges (Jodie Comer), la moglie del cavaliere coraggioso e fedelissimo al re Jean de Carrouges (Matt Damon), che l'affascinante scudiero Jacques Le Gris (Adam Driver) protetto dal conte Pierre d'Alencon (Ben Affleck) ha aggredito sessualmente. Anziché tacere su quella che era una pratica del tempo, Marguerite si assume il rischio di denunciare: il duello all'ultimo sangue tra il marito e il rivale stabilirà se è stata o no violenza e se dovesse essere il marito a morire, a lei spetterà l'immediata sorte di essere bruciata viva lentamente.
"Immagino che vedere questo film genererà molta empatia tra il pubblico, e catarsi. E' un film femminista sotto tanti aspetti, io stesso mi considero femminista e con orgoglio pensiamo a far conoscere questa storia vera accaduta nella Francia del 1380 ma incredibilmente moderna" dice Affleck a Venezia insieme alla compagna Jennifer Lopez, un ritorno di fiamma dopo 20 anni che li ha messi al top dei più paparazzati dell'estate.
Affleck è di nuovo in coppia anche con Matt Damon: i due giovani, belli, talentuosi si erano portati a casa (un monolocale spartanissimo aveva raccontato Damon a luglio a Cannes) l'Oscar per la sceneggiatura originale di Will Hunting - Genio Ribelle nel '90 e insieme hanno prodotto e scritto questo film. "Ma abbiamo affidato il terzo capitolo del film - dice Damon - ad una donna, Nicole Holofcener". La cosa interessante sta proprio lì: l'ambientazione con guerra di conquista, scene di corte, vita cavalleresca resta fissa, ma la storia dell'incontro dei protagonisti e la dinamica della violenza sessuale viene replicata tre volte con piccole sfumature per far capire i diversi punti di vista di Jean-Matt Damon e Le Gris-Adam Driver e Marguerite-Jodie Comer, le percezioni della realtà e dunque lo stupro si o no e a Jodie Comer il compito interpretativo di far capire queste 'sfumature' pur su uno stesso testo. "In quel tempo la donna era proprietà degli uomini, del padre prima e del marito poi, la violenza era frequente anche tra i nobili ma bisognava tacere altrimenti si rischiava la vita, ripescare nel tempo di questa storia senza forzature, perché è tutto documentato, è davvero interessante e ci fa capire - aggiunge Affleck - come tante cose non sono ancora cambiate e le situazioni si ripetono". Tutta la sceneggiatura, nella parte per Marguerite, "è stata scritta da un punto di vista femminista ma senza forzature, sapevamo come questa esperienza è figlia della stagione del #MeToo - spiega la Holofcener - ma il bello è che è tutto vero". Affleck pensa che il pubblico avrà "compassione. E' stato importante e interessante raccontare una storia che non fosse solo un atto d'accusa contro una persona cattiva ma che indicasse l'antecedente culturale che l'Europa e i paesi colonizzati dai paesi europei condividono, ossia che la donna era oggetto di proprietà privata. Molti aspetti del patriarcato formale e codificato dell'Europa occidentale sono arrivati a noi". Sir Ridley Scott, di cui si attende con impazienza The House of Gucci con Lady Gaga e Adam Driver, si vanta di "cambiare spesso genere, mi mancherebbe il western e il musical, ma se parlo di epoche la mia passione è proprio sul XIV secolo, io stesso dal 1982 vivo in una casa del 1360 nel Surrey", conclude il regista del Gladiatore. Le location mozzafiato, con i castelli più maestosi e meglio conservati, sono in Francia mentre la natura è quella dell'Irlanda.

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