Sono rifugiati politici e migranti forzati, per lo più donne tra i trenta e i cinquanta anni, arrivati dall'Afghanistan, dal Bangladesh, dal Congo, dalla Palestina e anche dalla Russia, gli otto allievi che hanno firmato la capsule "Linee" realizzata con i corsi organizzati dall'équipe multidisciplinare del Centro SaMiFo-Salute della Asl Roma1 nell'ambito del progetto LGnet2, presentata questa mattina a Roma, nella sala Alessandrina di Santo Spirito in Sassia.
Rifugiati e rifugiate hanno raccontato le proprie storie e culture attraverso abiti e gioielli. Una sfilata di moda che ha concluso il percorso formativo dedicato ai migranti per trasmettere loro competenza nel campo dell'alta sartoria, del design e della creazione di abiti su misura. In pedana una vera e propria collezione di capi di alta moda indossati da modelle professioniste, realizzata dagli aspiranti stilisti fuggiti da storie drammatiche, che hanno avuto la possibilità una volta arrivati in Italia di ricevere una formazione professionale riqualificante in un settore come quello della couture, frequentando sotto la guida dei docenti il corso della Maiani Accademia Moda da sempre impegnata nella formazione "utenze speciali".
"Ritengo che le competenze altamente professionali possano fornire un riscatto e una nuova forma espressiva per chi ha vissuto esperienze di vita difficili - afferma Maria Maiani fondatrice dell'omonima accademia- l'affiancamento e collaborazione con la Asl Roma 1 ha permesso agli allievi in soli sei mesi di realizzare capi con lavorazioni di Alta Moda nonostante l'inesperienza iniziale e le barriere linguistiche".
Gli abiti giocano su accostamenti di tessuti come lana, cotone, neoprene e sulle linee lavorate in varie soluzioni: minidress, gonnellone e lunghi abiti asimmetrici decorati da ghirigori, macramè, punto smog, altre lavorazioni eseguite a mano. Gli accessori sono voluminosi bracciali realizzati grazie al corso dei gioielli creato dalla Asl 1 Roma.
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