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Gatti, perle e camelie al Gala del Met per Lagerfeld

Gatti, perle e camelie al Gala del Met per Lagerfeld

Polemiche per la mostra che glissa sulle ombre dello stilista

NEW YORK, 03 maggio 2023, 12:50

di Alessandra Baldini

ANSACheck

Rihanna al gala del Met © ANSA/AFP

Rihanna al gala del Met © ANSA/AFP
Rihanna al gala del Met © ANSA/AFP

Gatti, perle e camelie sono sfilate sulla passerella del Met in onore di Karl Lagerfeld, il discusso stilista tedesco morto nel 2019 e a cui il museo sulla Quinta Strada ha dedicato la mostra dell'anno del suo Costume Institute.



Apre al pubblico il 5 maggio, preceduta dal Gala per 600 celebrita', l'ultima delle quali ad arrivare, in gran ritardo sull'orario, e' stata Rihanna in una cappa bianca su abito di faille di Valentino Haute Couture disegnata specificamente per lei da Pierpaolo Piccioli: strascico di 5 metri e sul mantello 30 camelie composte da 500 petali cuciti da 30 sarti dell'atelier. L'ultima ad arrivare l'anno scorso era stata Kim Kardashian con l'ormai stranoto abito-sirena di Marilyn Monroe: stavolta l'influencer amica di Lagerfeld (che pero' una volta la fece piangere) ha optato per un capo di sole perle drappeggiate sul corpo da Daniel Roseberry per Schiaparelli. Lunghi fili di perle false erano un motivo caro a Coco Chanel - un codice di stile trasformato da Lagerfeld in un simbolo del brand, cosi' altre star sono salite a bordo, tra cui Serena Williams (in Thom Browne, incinta del secondo bebe'), Lizzo e il rapper Lil Nas X che ha portato il tema al'estremo: tanga e stivali con la zeppa e il corpo ricoperto di vernice d'argento incrostata di cristalli e perle incollate alla faccia che ne hanno trasformato il volto in quello di un felino.   L'opera di body art dell'artista del make up Pat McGrath era un omaggio a Choupette, l'amata gatta birmana che Lagerfeld ha lasciato erede di parte della sua fortuna e che ha ispirato anche Doja Cat (in Oscar de la Renta e protesi sul volto per accentuare il look felino) e Jared Leto in costume da gatto da cui ha poi rimosso la testa rivelando chi si nascondeva sotto. La passerella, turbata da uno scarafaggio non invitato che ha distratto i fotografi in attesa di Rihanna, non e' stata interrotta da proteste anche se, a pochi passi del Met manifestanti per il clima e la casa, hanno innalzato slogan e forconi contro i milionari del party (il biglietto di ingresso e' salito quest'anno da 30 a 50mila dollari a posto). Le luci della ribalta non hanno cancellato le polemiche perche' la mostra, organizzata dal curatore del Costume Institute Andrew Bolton, ha glissato su alcune complessita' dello stilista come uomo.
    In 65 anni di carriera, Lagerfeld ha disegnato capi incredibili per case di moda da Patou a Chloe, da Fendi a Chanel, piu' la linea che prende il suo nome, ma pronunciato anche battute crudeli, all'insegna della misoginia, del razzismo e del fat shaming.
    Amava provocare, soprattutto negli ultimi tempi, ridicolizzando le donne grasse (come la cantante Adele un decennio fa). Il #MeToo non gli andava a genio, "scioccato" da "queste divette che ci hanno messo 20 anni a ricordare". E poi: "Se non vuoi che ti tolgano le mutande, non fare la modella, vai in convento".
    Karl "era un uomo complicato", ha ammesso la direttrice creativa del gruppo Conde Nast, Anna Wintour, arrivata al gala a braccetto con l'attore britannico Bill Nighy di Living, spiegando che la rassegna The Line of Beauty, creata mettendo assieme 200 capi firmati da Karl si concentra sull'opera di Lagerfeld, non sulla biografia. 
   

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